Contratto part-time, ma era sfruttamento

Lavorano al banco del mercato tutto il giorno, spesso anche per oltre dodici ore consecutive, anche se il loro contratto era part time. Una storia di ordinario sfruttamento emersa grazie al lavoro dell’ufficio vertenze della Cgil di Como che attraverso il suo legale è riuscito a ottenere per i due lavoratori la condanna di fronte al tribunale di Monza, competente perché qui risultava iscritta in Camera di commercio l’azienda.

I due lavoratori hanno ottenuto il riconoscimento al diritto di ricevere il pagamento delle differenze retributive maturate. Oltre alle loro testimonianze sono state determinanti anche le dichiarazioni dei testimoni che li vedevano impegnati dietro al loro banco al mercato per tutta la giornata, ben oltre quello che sarebbe dovuto essere il loro normale orario di lavoro.

Colpa dell’imprenditore che per pagarli meno e soprattutto non versare tasse e contributi, si era inventato l’escamotage di assumerli con un contratto part time anziché a tempo pieno. Alla fine però i due lavoratori hanno deciso di rivolgersi al sindaco per chiedere che venissero riconosciuti i loro diritti. Il giudice del lavoro di Monza ha condannato l’imprenditore a risarcire 33mila e 30mila euro. "Questa vicenda dimostra che in situazioni in cui la norma è violata l’intervento sindacale è efficace, soprattutto quando i lavoratori si rivolgono al sindacato con tempestività - sottolinea Laura D’Argenio, responsabile dell’ufficio vertenze della Cgil di Como - Per il nostro sindacato è importante intervenire al fianco dei lavoratori in situazioni purtroppo diffuse anche nel nostro territorio. I lavoratori devono essere consapevoli non solo del fatto che denunciare è possibile ma anche del fatto che la legge è dalla loro parte".

R.C.