Valtellina, la bresaola alla conquista dei Paesi Arabi e dei Millenials

Il 23 maggio 1998, Emilio Rigamonti ebbe l’ardita e lungimirante idea, con altri colleghi, di allargare la propria visione imprenditoriale

Bresaola Valtellina Igp

Bresaola Valtellina Igp

Sondrio, 23 maggio 2018 - Enfasi meritata. Ed evocativa, come ricordava anche l’elegante location, nel pieno centro di Milano: 20 anni significano ormoni a mille per gli umani, ma anche orgoglio e consapevolezza per il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina, che proprio oggi, 23 maggio, festeggia una data storica, fissata in quel 1998, quando Emilio Rigamonti ebbe l’ardita e lungimirante idea, con altri colleghi, di allargare la propria visione imprenditoriale ad un territorio che sulla bresaola voleva scommettere. E anche vincere. Intuizione epica: passare dal sapere fare al fare sapere.

Ed ecco il bilancio di un compleanno gratificante, messo in vetrina come si deve dal presidente del Consorzio Franco Moro e dalla coordinatrice Paola Dolzadelli, anima e memoria storica di un prodotto che – lui sì – sembra vivere i suoi vent’anni in versione Igp come un’invidiabile stato di salute: 13mila tonnellate di prodotto nel 2017 con un +2,4% di tutto rispetto al 2016 (complessivamente +45% in 20 anni), un export anch’esso crescente (9,2%) particolarmente verso Svizzera, Francia e Germania ma anche nei Paesi del Golfo (sia puntando su Usa e Cina) e una penetrazione nel mercato nazionale confermata anche dal consumo di un prodotto acquistato (per il 50% nele famose vaschette) e amato da ben 8 italiani su 10. Della serie: ieri è stato come giocare in casa e del resto la scelta di andare a Milano non era solo motivata dal peso simbolico ed economico della metropoli lombarda ma anche dalla necessità di ribadire un concetto fondamentale: se la bresaola della Valtellina e della Valchiavenna è e resta una chicca saldamente legata al territorio da dove proviene, è ormai evidente il valore “nazionale” e perfino sovra-nazionale di un’eccellenza che è tale ovunque.

Lo ha spiegato benissimo Mauro Ferraresi, sociologo dei consumi e docente allo Iulm, ricordando la capacità intrinseca della bresaola di piacere a chi piace e di sedurre i Millennials, notoriamente portati a consumare cibi easy ma anche salutari, light e fotogenici. E lo ha ribadito Michelangelo Giampietro, docente di “Alimentazione, nutrizione e idratazione” alla Scuola dello Sport Coni di Roma, ricordando i meriti salutistici e nutrizionali di un salume magro e povero di grassi, ma ricco di proteine e perfino di un amminoacido (Triptofano) che produce serotonina, e quindi buon umore, concentrazione e memoria.

La parola “felicità” abbinata alla bresaola ieri non è sembrata un’esagerazione. E tra mille auguri per il compleanno del Consorzio, altrettanti applausi per il mitico Emilio Rigamonti e i piatti a base ovviamente di bresaola, firmati dal bravo chef di Chiavenna, Mattia Giacomelli, l’enfasi ha fatto capolino. Scusabilissima!