Con il “Gabinat” rivive la tradizione camuna

Non solo questa notte in Valcamonica è arrivata la Befana con le sue calze magiche e la scopa di saggina, ma da ieri sera a questa mattina una serie di tradizioni legate al folclore, con radici in tempi remoti, si sono rinnovate. Molte di loro sono legate al tempo in cui i celti dimoravano nell’area in cui si trovano i famosi pitoti: i segni preistorici che l’hanno fatta riconoscere come primo sito Unesco italiano.

A Prestine, Ceto e Cemmo, ma anche in qualche altro centro camuno questa mattina "si offrono vino, nocciole, noci e castagne". La tradizione si chiama "Gabinot" o "Gabinat" ed è un vero e proprio evento. Il termine dovrebbe derivare dal tedesco "Goben-Nacht", ovvero "Notte dei doni". A Vezza d’Oglio, in alta Valle, alla vigilia della "12esima notte" la popolazione ha atteso l’arrivo dei Magi accendendo fuochi e falò. La festa più curiosa ed attesa è però quella che si è celebrata ieri sera e nella notte tra giovedì e stamani ad Andrista, nella splendida Valsaviore, dove i giovani del paese, durante una colorata messa in scena, sono andati nei boschi e per i vicoli della frazione di Cevo armati di "tacole" (una specie di raganella) a caccia di un essere mitologico: il Badalisc, che ricorda in parte il più noto basilisco, ovvero il famoso "serpente-gallo, gallina o rospo" che popola le montagne del nord Italia e che appare anche nella saga di Harry Potter.