Colico, finalmente domato il maxi-rogo che ha divorato i boschi

All’Olgiasca una situazione desolante con una vasta area di territorio distrutta: gli uomini hanno lavorato per cinque giorni

L’incendio che ha bruciato mezza Olgiasca e Piona a Colico è stato finalmente domato.

"La situazione è sotto controllo e le fiamme sono praticamente completamente estinte", conferma l’ingegner Attilio Melesi, referente dell’Unità operativa Forestazione della Comunità montana di Valsassina, Val d’Esino, Valvarrone e Riviera, che spera che oggi piova in modo da spegnere ogni eventuale focolaio. I Vigili del fuoco di Lecco, Bellano, Valmadrera e Morbegno, con i volontari dell’Anticendio della Comunità montana e della Protezione civile e i carabinieri della Forestale, hanno impiegato cinque giorni e quattro notti consecutivi di lavoro per spegnere il rogo.

Il bilancio è pesante: sono andati letteralmente in fumo 40 ettari di boschi e prati. Sono stati spesi anche parecchi soldi pubblici perché mantenere in volo un Canadair decollato l’altra mattina da Genova e tre elicotteri antincendio che hanno continuato a "bombardare" d’acqua il rogo è costato migliaia e migliaia di euro in piloti, carburante e manutenzione.

Sono stati inoltre prelevati dal lago di Como già in secca fino a 9mila litri d’acqua a ogni "sgancio" e di sganci d’acqua ne sono stati effettuati a decine e decine. E poi sono stati dislocati a terra sul campo soccorritori e mezzi d’emergenza a oltranza. Almeno nessuno è rimasto intossicato né ustionato e neppure si registrano danni ad abitazioni o edifici, tanto meno all’abbazia cistercense di Piona, a cui però il fuoco si è avvicinato parecchio, spinto dalla Breva e probabilmente alimentato da un piromane che ha continuato a innescarlo ogni volta che sembrava quasi estinto.

Ora le indagini proseguono, da parte dei carabinieri forestali, per cercare di dare un volto all’incendiario, a cui presentare il conto salato delle operazioni di spegnimento.

D.D.S.