Morta incinta di due gemelle: la procura dispone l'autopsia

La famiglia: "è morta tra dolori lancinanti e vomitando sangue"

Claudia Bordoni, morta in ospedale mentre era incinta di due gemelle

Claudia Bordoni, morta in ospedale mentre era incinta di due gemelle

Grosio (Sondrio), 3 maggio 2016 - Solo l'autopsia, forse, potrà dare un senso alla tragedia. Giovedì il pm Maura Ripamonti affiderà l’incarico al medico legale che dovrà effettuare l’autopsia sul cadavere di Claudia Bordoni, la trentaseienne, marketing manager per una società di gestione del risparmio, incinta di due gemelle morta lo scorso 28 aprile alla clinica Mangiagalli, presumibilmente per una emorragia gastrica.

Non si sa se poi l’esame autoptico verrà eseguito immediatamente lo stesso giorno dell’incarico o, più probabilmente, i giorni successivo. I medici della Mangiagalli di Milano, sempre lo scorso 28 aprile, hanno anche tentatato di salvare, con un cesareo di emergenza, i gemelli che stava aspettando la donna, senza nessun esito, i piccoli di 25 settimane, sono entrambi nati morti. Il pm Ripamonti, come avviene di norma in questi casi, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ma al momento nessuno dei medici del San Raffaele, dove la donna si è sottoposta alla fecondazione assistita, dell’ospedale di Busto Arsizio e della clinica Mangiagalli che l’hanno seguita nelle ultime ore, risulta ancora indagato.  Con ogni probabilità alcuni di loro, già nelle prossime ore, verranno iscritti nel registro e riceveranno un avviso di «garanzia», anche a loro tutela. In questo modo potranno nominare dei consulenti che assistano all’autopsia. Nel frattempo «stiamo esaminando le cartelle cliniche per avere una visione della vicenda a 360 gradi e per capire se ci sono delle responsabilità e se queste sono limitate alle ultime ore o risalgono a prima», ha precisato il procuratore di Milano, Pietro Forno.  La donna infatti è morta, «tra dolori lancinanti e vomitando sangue», ha detto la famiglia, mentre era ricoverata alla Mangiagalli, ma è necessario ricostruire «la filiera» dei ricoveri della donna nei precedenti nosocomi per capire cosa sia veramente successo, se ci sia stata una condotta negligente uin qualche momento del ricovero nei diversi ospedali.  Dal 13 al 21 aprile scorso, la donna era stata ricoverata al San Raffaele per complicazioni, anche perché si trattava di una gravidanza a rischio, quattro giorni dopo, sentendosi male, la donna era tornata al pronto soccorso dell’ospedale per dolori addominali.  Il 26 aprile, poi, si era recata autonomamente alla clinica Mangiagalli, dotata di strutture specializzate e dove esiste anche un reparto di terapia intensiva neonatale. In questo lungo periodo di ricoveri e accertamenti, tra l’altro, si era fatta visitare anche al pronto soccorso dell’ospedale di Busto Arsizio (Varese), sempre lamentando anomali dolori.  Claudia Bordoni  è morta il primo pomeriggio del 28 aprile alla Mangiagalli forse per un’emorragia gastrica, sarà l’autopsia a chiarire la causa vera della morte. Intanto Grosio, paese d’origine della donna, è sotto choc. Tutti, a partire dall’amministrazione comunale, sono vicini alla famiglia Bordoni.