Cimice asiatica, flagello dei frutteti

Il parassita all’attacco di mele, pere e pesche non solo nel fondovalle

Mele della Valtellina a rischio per la cimice asiatica

Mele della Valtellina a rischio per la cimice asiatica

Sondrio, 3 settembre 2019 - Con gradualità inesorabile, il flagello cimice asiatica sta colonizzando la provincia di Sondrio, danneggiando le sue principali colture. Quest’anno la presenza nei frutteti dell’insetto alloctono "ha subito un’ulteriore impennata", commentano gli esperti della Fondazione Fojanini. Non poteva essere altrimenti visto che "l’estate 2019, tendenzialmente calda, ha favorito una serie di fitofagi quali la tignoletta della vite, la carpocapsa, la mosca dell’olivo", aggiungono.

Nemmeno l’elevata mortalità invernale ha fermato la prolificazione dell’insetto che "è stata importante" ovunque. Diffusa ormai in tutta la provincia, anche nei comuni di Villa di Tirano, Bianzone e Tirano fino a oggi interessati solo in modo marginale, la cimice "predilige il fondovalle, in modo più preoccupante le zone frutticole", ma non si scoraggia davanti ai conoidi: sale fino a 500-600 metri.

Sporadiche, al momento, le incursioni a quote altimetriche superiori. Dai giardini famigliari promiscui, dove i frutti (pere e pesche, ad esempio) sono stati praticamente distrutti, arrivano numerose segnalazioni. Nonostante l’oggetto principale della sua attenzione siano le zone a vocazione frutticola, la cimice non disdegna piante ornamentali e spontanee di aree verdi private e pubbliche, quali ibisco, fiori di buddleia, edera. Se la sua presenza sull’olivo è da ritenersi sporadica, sulla mela, coltura prediletta, ha cominciato a diventare importante a partire da fine luglio. Dopo le Gala "inizia a essere evidente anche sulle altre varietà", proseguono dalla fondazione.

L'insetto "punge la frutta quando non è ancora matura", ma i danni si notano solo in seguito. In attesa degli esiti sui rischi-benefici del parassitoide specifico Trissolchus japonicus, le reti anti insetto rimangono il sistema di difesa più efficace (ed ecologico). Basta posizionarle a regola d’arte e ben chiuse. In mancanza delle reti la fondazione raccomanda accurati controlli e, se necessario, interventi insetticidi, iniziando dalle zone di confine e limitandosi ai bordi, per poi proseguire eventualmente anche all’interno. Importante leggere e valutare bene i tempi di carenza, in relazione alla raccolta dei frutti, e non esagerare con l’uso di alcuni principi attivi potenzialmente acarostimolanti.