Da Chiavenna ai Caraibi, Chiara: "Sì, ma al lavoro in corsia"

L’esperienza della giovane specializzanda medico nell’isola di Guadalupa durante il passaggio dell’uragano Dorian

Al centro la specializzanda medico Chiara Martocchi

Al centro la specializzanda medico Chiara Martocchi

Chiavenna, 19 gennaio 2020 -  Un periodo di lavoro in corsia di sei mesi ai Caraibi. Si tratta dell’esperienza vissuta dalla specializzanda medico Chiara Martocchi. La giovane chiavennasca ha avuto la possibilità di scegliere l’isola di Guadalupa (Antille francesi) come meta per la sua particolare avventura. "Una bellissima esperienza - commenta Martocchi - vissuta grazie ad una convenzione che, da oltre 15 anni, la scuola di specialità di Pavia offre ai propri futuri medici. Durante i tre anni di specializzazione ci è caldamente consigliato un periodo di lavoro all’estero, per cui fin dall’inizio dei miei studi, avevo deciso di compiere questa scelta". L’abitato nell’isola in cui si trovava la trentenne originaria di Chiavenna è ancora immerso nella natura e non è così tanto preso d’assalto dai turisti, come invece ci si immaginerebbe.

Un periodo di formazione all’estero che è stato anche l’occasione per confrontarsi con un diverso sistema sanitario: "Molti, pensando all’assistenza sanitaria in una località come i Caraibi, immaginano, sbagliando, che vi si trovino strutture da terzo mondo – commenta Martocchi – Basse-Terre, la città dove mi trovavo, è dotata di una struttura recente e l’assistenza si basa sul sistema sanitario francese". La differenza maggiore riscontrata dalla giovane chiavennasca è stata nei pazienti e nel loro modo di porsi nei confronti dei medici. "È difficile da spiegare, si lamentano molto poco e non pretendono di sovrapporsi alle decisioni che il medico prende. C’è molto rispetto per la figura professionale". Un’enorme differenza rispetto all’Italia dove, spesso, parenti e pazienti credono di essere più preparati dello stesso personale sanitario e si sentono liberi di attaccarne, anche violentemente, le scelte.

Durante i sei mesi trascorsi a Gaudalupa non è mancata anche un po’ di avventura per Chiara Martocchi, dato che la sua permanenza è coincisa con il passaggio dell’uragano Dorian, che lo scorso settembre ha devastato le Bahamas nord-occidentali. "Fortunatamente – racconta Martocchi – quando è passato dall’isola era ancora piccolo e non ha causato molti danni. Caso vuole, però, che è transitato proprio durante una notte in cui ero reperibile". La giovane si è quindi vista costretta a dormire in ospedale per non rischiare di mancare un’eventuale chiamata d’emergenza. "Ed infatti si presenta un grave caso di occlusione intestinale. L’uragano, durante il passaggio, molto probabilmente aveva danneggiato il sistema dell’aria condizionata. E il tecnico che doveva ripararla non era disposto a raggiungere l’ospedale con quelle condizioni meteo. Ci siamo visti costretti ad affrontare cinque ore di intervento, con l’aria condizionata guasta. Nella sala operatoria c’erano più di 30 gradi".

A Guadalupa infatti le temperature sono alte e gradevoli tutto l’anno, oscillando tra i 18 e i 33 gradi, costantemente mitigate oltretutto da piacevoli venti. I mesi migliori per visitare l’arcipelago vanno però da febbraio ad aprile, ovvero nella stagione secca, quando l’umidità è più sopportabile e il rischio di uragani è ridotto al minimo.