Cassa integrazione quest’anno in calo rispetto al 2020

Nel Lecchese e nel Comasco paga soprattutto l’industria

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di Daniele De Salvo

Un lavoratore su 15 tra gennaio e luglio è rimasto a casa in cassa integrazione in provincia di Lecco. Mediamente nei primi mesi del 2021 sono stati messi in cassa 7mila dipendenti: sono poco meno del 7% del totale dei 115mila lavoratori lecchesi subordinati dipendenti – compresi i circa 13mila dipendenti pubblici per in quali la cassa non è prevista e che abbassano quindi la percentuale di qualche decimo – e il 4,5% del totale delle persone che hanno un impiego in provincia.

La situazione è altalenante. A luglio i lavoratori lecchesi in cassa ordinaria, straordinaria e in deroga sono stati 5mila, un terzo in meno dei 15mila di giugno che erano in aumento rispetto a maggio e degli altrettanti di luglio 2020. Anche le ore complessive di cassa richieste dagli imprenditori sono in picchiata. A luglio, su un totale di 9 milioni di ore da gennaio in poi, sono state 854.963, il 71% in meno delle 3 milioni di ore di giugno e il 68% delle 2 milioni e 800mila ore del luglio 2020.

Il settore che sta pagando il tributo più alto alla crisi è l’industria, in particolare metallurgica, sia per numero di dipendenti in cassa sia per ore richieste: si stima una media di 3.500 tute blu della metallurgia in cassa. Pure al comparto tessile è chiesto un sacrificio pesante: sono stati mediamente mille i lavoratori in cassa.

Sull’altra sponda del Lario, in provincia di Como, la situazione è analoga: mediamente i lavoratori in cassa tra gennaio e luglio sono stati 16.692, 7mila e il 70% in meno di luglio 2020. Il mese scorso erano 10.500, 24.500 in meno dei 35mila di giugno. Anche le ore sono diminuite: 1 milione 800mila il mese scorso rispetto ai 6 milioni di giugno e 8 milioni di luglio 2020. Nel tessile comasco si stima siano stati 6mila i dipendenti in cassa, 1.200 in più del 2020. Sono aumentate pure le ore richieste da 5 milioni 700mila a 7 milioni.

"La diminuzione a luglio delle ore di cassa infonde fiducia", commenta Salvatore Monteduro, segretario generale della Camera sindacale territoriale della Uil del Lario. Dopo il mese di giugno che aveva fatto riemerge una forte richiesta delle ore di cassa integrazione ed una preoccupazione per le ricadute occupazionali, nel mese di luglio la diminuzione delle ore di cassa integrazione infonde fiducia. Resta però alto il numero complessivo di lavoratori in cassa integrazione nelle due province, mediamente oltre 24.400 dipendenti, a cuivanno aggiunti quelli coperti dagli altri ammortizzatori sociali.

I segnali di ripresa che si avvertono sul territorio Lariano sono principalmente dovuti all’export e al ritorno dei turisti, ma resta da verificare dopo il periodo estivo, la situazione dal punto di vista dell’emergenza pandemica e le eventuali ricadute sull’economia".

Sul lago infatti non si sono ancora rivisti americani, inglesi e australiani in gran numero che solitamente fanno registrare prenotazioni nelle strutture ricettive non solo in estate ma anche negli altri mesi dell’anno.