Sondrio, carne a chilometro zero: due studenti inventano 'Pascol'

La start up avviata da due giovani laureandi

Federico Romeri e Nicolò Lenoci

Federico Romeri e Nicolò Lenoci

Sondrio, 18 luglio 2019 -  «Senza antibiotici dalla nascita» recita la pubblicità di una nota marca di affettati. Ma allora, c’è da chiedersi, cosa abbiamo mangiato fino ad oggi? Di sicuro una domanda simile se la sono posta Federico Romeri e Nicolò Lenoci. Due amici, quasi coetanei - Romeri, 24 anni, e Lenoci 25 -, uno originario di Albosaggia l’altro di Sondrio ed entrambi laureandi in Management per l’impresa alla Cattolica di Milano, che hanno deciso di creare una start up, Pascol, basata su tre capisaldi: tutela del consumatore, tramite selezione del fornitore, rispetto dell’animale e cura dell’ambiente, attraverso la valorizzazione dell’allevatore e dei suoi sforzi.

Tramite la filiera corta che alimenta, la start up consente al consumatore di acquistare carne di qualità, con elevati valori nutrizionali, da mucche che vivono quasi allo stato brado; di valorizzare il lavoro dell’allevatore/alpeggiatore, non semplice ma al contempo decisivo per il mantenimento del territorio, e, di conseguenza, di garantire il benessere dell’animale che fa poi da trait d’union. «L’idea ci è venuta a partire da una necessità «personale»: mangiare carne di qualità a prezzo contenuto», spiega Lenoci. Un bisogno che hanno in molti, e del quale il mercato si sta accorgendo, ma che spesso non trova risposta, almeno non quella sperata o alla quale accordare fiducia. Assistiamo a un ritorno alla genuinità, al territorio, che Pascol ha intercettato attraverso l’acquisto della carne da allevatori che la filiera corta la vivono sul campo, tutti i giorni, la sua macellazione, con tutte le accortezze del caso, e la consegna a domicilio il giorno stesso della sfilettatura, in confezioni (box) sottovuoto. Hanno già un centinaio di clienti e si servono da una decina di allevatori, tutti piccoli, che nutrono i capi con erba e fieno e li fanno scorrazzare in alpeggi dai 1.500 ai 2.000 metri, dalla Valchiavenna a Bormio. «Oltre a pagare la carne il giusto prezzo, offriamo all’allevatore la promozione del prodotto».

In cambio chiedono solo di allevare l’animale nel fedele rispetto dei principi di naturalità. In pista da appena un mese, l’attività galoppa: «Stiamo cercando di crescere. La Valle è un banco di prova dal qual partire per espanderci, anche grazie a eventuali, probabili finanziamenti. Vorremmo conquistare aree di mercato diverse (il milanese, ad esempio) e avere più risorse da investire per assumere figure quali veterinari e biologi», prosegue. Stanno cercando anche un macello di riferimento che condivida i valori del progetto e diventi partner. Nei box che la neonata start up vende ai clienti, per ora tramite whats app, e-mail, social, ma a breve sarà operativo il sito, finiscono carni di razze diverse, dalle tradizionali alle più pregiate come Highlander, Galloway. La prossima spedizione è sold out, ci si può prenotare, invece, per quella del 31 luglio.