Cardinale in pectore, pronta la scorta con supervisione della Digos

Per monsignor Cantoni cambiano i dispositivi per la sua sicurezza

Sarà ufficializzata il prossimo 27 agosto, nel corso del concistoro convocato a Roma, la nomina a cardinale del vescovo di Como e Sondrio, Oscar Cantoni. Una decisione clamorosa e insieme storica visto che era da oltre secolo, dall’arrivo in città del Beato Andrea Ferrari a fine ‘800, che a reggere la diocesi di Como non era designata come sede cardinalizia. Non è un caso che la "promozione" decisa dal Vaticano ha avuto vasta eco non solo all’interno della Chiesa di Como, ma anche in prefettura e tra le forze dell’ordine. Infatti siccome il cardinale dal punto di vista del diritto è un po’ come se fosse un ambasciatore dello Stato della Chiesa, con tutti i riconoscimenti del caso, a cominciare dalla necessità di una scorta in caso di spostamenti e di un apparato di sicurezza pronto che dovrà essere mobilitato negli incontri ufficiali. Per questo non solo gli uffici della diocesi saranno chiamati a rivedere e adeguare il loro protocollo. Non si tratta solo di formalità, ma anche di atti sostanziali a cominciare dalla necessità concordare tutti gli spostamenti fino all’assegnazione di una scorta con la supervisione della Digos. Un po’ quello che avviene oggi tutte le volte che un ministro o un’autorità di Stato fanno visita in città. Se vi sembra poco considerate che a Milano non è così visto che l’arcivescovo Mario Delpini, non è stato elevato al rango di cardinale pur essendo a capo di una delle chiese più grandi, almeno a giudicare dal numero di fedeli, del mondo.