Carcere Canton Mombello nel caos: carenza di personale e troppi "psichiatrici"

Mancano cento uomini in divisa. Psichiatri, educatori e mediatori culturali sono un "sogno". Il garante dei detenuti: "Questa struttura non interessa a nessuno"

Il carcere di Canton Mombello a Brescia

Il carcere di Canton Mombello a Brescia

Brescia - Tra i detenuti c’è un’esplosione di casi psichiatrici e di tossicodipendenti senza che il sistema abbia le risorse, né le figure, per gestirli. E la struttura ospitante non ha nemmeno gli spazi adeguati per permettere a chi è dietro le sbarre di dedicarsi al lavoro, o a un’attività. Sono alcune delle ragioni sottese alle esplosioni di violenza sempre più frequenti a Canton Mombello, un problema che allarma non solo il personale, ma anche i volontari. "La verità è che il carcere non interessa a nessuno - si stringe nelle spalle la Garante dei detenuti Luisa Ravagnani - Fosse un’impresa privata sarebbe già fallita. Costa tanto e non produce risultati. Nessun governo ha mai preso in mano la situazione per migliorarla davvero. Così sperare di offrire un trattamento rieducativo è utopia".

A farne le spese sono anzitutto gli agenti. I ferimenti si susseguono. L’episodio del comandante di reparto preso a schiaffi durante un momento di caos è solo l’ultimo di un elenco di aggressioni che nel 2022 è stato lungo. Il 6 gennaio scorso è stato ferito un agente. Il 19 aprile ben quattro, il 9 maggio a fare le spese della violenza è stato un ispettore, il 22 maggio quattro agenti sono rimasti intossicati dal fumo sprigionato da un tentativo di incendio durante una rivolta, il 10 luglio altri due sono stati assaliti a colpi di lametta da un detenuto che voleva evadere dal prontosoccorso, il 19 ottobre altri due sono stati aggrediti e il 24 dicembre uno è stato preso a testate.

Il coordinatore lombardo FP Cgil Calogero Lo Presti vede la questione da un osservatorio regionale: "Rispetto al passato registriamo un sovrannumero di detenuti psichiatrici, magari non certificati come tali ma che in ogni caso attuano comportamenti fuori controllo, e di tossicodipendenti, che avrebbero bisogno di stare altrove, non dietro le sbarre - dice - Ora poi c’è il sistema delle celle aperte. Servirebbero psichiatri, educatori e mediatori culturali, che però non ci sono. Servirebbe più spazio per poterli fare lavorare e tenerli impegnati come prevede la legge. Anche il trasferimento dei facinorosi non risolve, perché la situazione nelle altre carceri lombarde sotto questo profilo è simile".

Brescia però sconta il carico di altri problemi: "Una forte carenza di organici tra il personale. Su 190 addetti, 60 devono occuparsi dell’ufficio e delle traduzioni. Mancano 60 agenti e 40 sovrintendenti e sottufficiali - prosegue Lo Presti -. A Canton Mombello manca persino un comandante stabile".