di Federica Pacella
Migliaia di persone nel limbo, in attesa di capire se pagare le sanzioni sulle esenzioni sanitarie indebitamente godute, che la Regione sembrava dovesse cancellare. E poiché la questione riguarda soprattutto pensionati e disoccupati che devono versare cifre anche di 2mila euro, i sindacati scendono in campo per chiedere al Pirellone di dare una risposta ufficiale.
La vicenda risale al 2015, quando l’incrocio dei dati dell’Agenzia delle Entrate con quelli di Regione Lombardia e Ats ha fatto emergere che migliaia di persone avevano indebitamente fruito dell’esenzione dal pagamento dei ticket sanitari per specialistica e farmaceutica: solo nel Bresciano si parla di 30mila contestazioni per il 2016, 20mila per il 2017.
"Ma ci siamo resi conto – spiega Mauro Paris, segretario generale Spi Cgil Brescia – che praticamente tutte queste persone hanno usato codici di esenzione errati per non conoscenza". Vero che la legge non ammette ignoranza, ma la materia è davvero complicata, perché bisogna districarsi tra codici che variano a seconda delle casistiche, saper calcolare il reddito famigliare, destreggiarsi tra prenotazioni online e code allo sportello per poter compilare correttamente l’autocertificazione. "Eppure lo Stato sarebbe in condizione di aver accesso a tutte le banche dati – sottolinea Giovanna Mantelli, segretaria generale Fnp Cisl Brescia – dovrebbe essere la Regione che assegna direttamente l’esenzione". Anche perché le contestazioni avvengono a 5, 6 anni di distanza (nel 2021 sono arrivate quelle per il 2015-2016, ora iniziano quelle del 2017), quando è più complicato ricostruire la situazione reddituale passata. "Senza contare gli errori che derivano dal sistema informatico della Regione stessa – aggiunge Cesare Meini, segretario generale Uilp Brescia – abbiamo verificato casi in cui il cittadino aveva fatto togliere l’esenzione, ma l’anno dopo se l’è ritrovata in automatico". Il prezzo da pagare è salato: va restituito il ticket, più la sanzione di analogo importo, più gli interessi. Alla luce di questo quadro, l’ordine del giorno 1823 approvato l’11 maggio 2021 a larga maggioranza in Consiglio regionale impegnava la Giunta a fare un intervento normativo che di fatto cancellasse le sanzioni. "Dopo un anno, il provvedimento non c’è – commenta Donatella Cagno, Spi Cgil Brescia – intanto le persone si rivolgono a noi, preoccupate. Questa mattina (ieri per chi legge, ndr.) è stata qui una donna di 90 anni, disabile, che alla fine pagherà qualcosa che non dovrebbe essere versata". Quindi l’appello: "Regione dia un segnale per uscire da questo limbo".