Chiuro, la "Birra dell’anno" ha l’etichetta Pintalpina

Il laboratorio artigianale che impiega disabili premiato a Rimini davanti a colossi del settore. L’argento grazie agli aromi della “Sbrega”

Al centro Mattia Monetti, il birraio di Pintalpina

Al centro Mattia Monetti, il birraio di Pintalpina

Chiuro, 19 febbraio 2020 -  Fare «impresa sociale " è possibile e a dimostrarlo è il birrificio artigianale e sociale di Chiuro Pintalpina che, sabato scorso a Rimini, si è aggiudicato con l’etichetta della "Sbrega" – categoria double IPA - il secondo posto al concorso nazionale "Birra dell’anno 2020". «Pintalpina nasce nel 2014 per inserire nel mondo del lavoro persone con disabilità – sottolinea Simone Pancotti, presidente della cooperativa Elianto che gestisce il birrificio artigianale – All’interno dell’azienda tutti portano il proprio contributo, come le tante tessere di un puzzle che alla fine vanno a comporre il quadro originale, nel nostro caso la bottiglia di birra. Ovviamente le tempistiche della produzione vengono calibrate sulle esigenze e capacità di tutti ma, comunque, a tutti è richiesto di prendere parte attiva al processo produttivo. Alla fine la commercializzazione della birra che produciamo ci permette di essere economicamente indipendenti. Questo è possibile non solo grazie al prodotto che commercializziamo ma anche all’ottica cooperativistica dell’attività nella quale i soci mettono a disposizione tempo, energie e capacità".

A Rimini, a ritirare il meritatissimo premio – ottenuto contro 302 birrifici, alcuni dei quali mostri sacri del settore, e le oltre 2mila birre presentate – il birraio della Pintalpina Mattia Monetti, che ha presentato quattro differenti etichette in altrettante categorie ma a spuntarla è stata la Sbrega, all’interno della categoria double IPA. «La soddisfazione è stata certamente molta – sottolinea Pancotti – siamo arrivati davanti a veri e propri colossi del settore che investono molte risorse nella produzione, a ulteriore dimostrazione che la bontà delle nostre birre, della Sbrega in particolare, è stata riconosciuta". Tra i giovani con fragilità coinvolti nel ciclo produttivo – tra i 16 e i 30 anni – due sono assunti regolarmente come lavoratori dipendenti mentre un secondo gruppo, composto da quattro a sette persone, collabora tramite inserimenti scuola-lavoro o tirocini, in base alle esigenze e alle disponibilità di tutti. «Il riconoscimento che abbiamo avuto – aggiunge Pancotti – è la dimostrazione che è possibile fare impresa avendo come obiettivo ultimo non il tornaconto economico, senza il quale non potremmo rimanere aperti, ma la componente sociale". Infine c’è una novità, entro l’estate si pensa di realizzare una "Tap Room" all’aperto che permetterà, nei mesi caldi, di accogliere visitatori e organizzare degustazioni ed eventi.