Dubino: oscurano le telecamere e fanno saltare il bancomat

Nella notte “colpo” allo sp ortello del Credito Valtellinese a Nuova Olonio I carabinieri vagliano le immagini della zona e alcune testimonianze

Un militare davanti al bancomat sradicato in Bassa Valle

Un militare davanti al bancomat sradicato in Bassa Valle

Dubino (Sondrio), 28 novembre 2020 - Nelle scorse settimane l’assalto al bancomat di Vicosoprano, in Svizzera, poco oltre il confine di Castasegna, e la notte fra giovedì e ieri un’altra azione analoga. Non si sa, al momento, se sia opera della stessa banda entrata in azione nel piccolo borgo elvetico, a un tiro di schioppo da Villa di Chiavenna.

I malviventi, perchè quasi certamente ad agire non è stato uno soltanto, hanno preso di mira lo sportello di Credito Valtellinese situato a Nuova Olonio, Comune di Dubino. Lo hanno fatto saltare. È ubicato vicino alla rotonda per la Valchiavenna e la deviazione per raggiungere la statale 340 Regina del lago di Como. Ma un’altra possibile via di fuga, dopo il “colpo” la cui entità è in corso di quantificazione, in ogni caso potrebbe trattarsi di alcune decine di migliaia di euro, è la statale 36 in direzione Lecco. La segnalazione di un’anomalia alla centrale dell’Istituto di vigilanza di Sondrio, diretto da Antonio Staino, con il quale è collegato la banca ha fatto scattare l’allarme attorno alle 2.30: la guardia, dal monitor, ha notato che le telecamere erano state oscurate e ha dato subito l’allarme ai carabinieri e provvedendo, nel contempo, a mandare sul posto la pattuglia dell’Istituto in servizio notturno più vicina.

I malviventi, fatto esplodere il bancomat, hanno arraffato i soldi e sono fuggiti, prima dell’arrivo dei carabinieri di Delebio e del Nucleo operativo della Compagnia di Chiavenna. I militari del capitano Daniele Gandon stanno acquisendo tutte le immagini e le eventuali testimonianze di chi abita nelle vicinanze ed è stato svegliato, nel cuore della notte, dal forte botto e può avere visto qualcosa di utile per le indagini, coordinate dal magistrato Stefano Latorre.