Ballabio, il sindaco "sfratta" il pascolo per un capannone: è rivolta

La maggioranza si sfalda per l’idea di concedere più spazi a un’impresa che promette nuovi assunti

Giovanni Bruno Bussola sindaco di Ballabio

Giovanni Bruno Bussola sindaco di Ballabio

Ballabio (Lecco) - Per un nuovo capannone industriale al posto di un pascolo i ballabiesi rischiano di perdere... il Bussola, cioè il sindaco Giovanni Bruno Bussola. Contro l’intervento e il primo cittadino che lo sostiene si sono infatti apertamente schierati due assessori e due consiglieri comunali di maggioranza: tra loro l’ex sindaco Alessandra Consonni e l’ex assessore Luca Pirovano. I "dissidenti" potrebbero anche scatenare una crisi di governo. Intanto hanno già esautorato il capogruppo. Intanto il sindaco ha tolto la delega all’assessore esterno Caterina Longhi che è una delle firmatarie della lettera.

L’intervento della discordia è la costruzione di una nuova fabbrica al Barech, un’area a pascolo, per consentire ai titolari di un’impresa del paese di ampliare l’atttività. "Dopo mesi di trattativa è stata individuata la possibilità di avviare l’iter di un accordo di programma partendo da alcuni punti fermi: impegno ad assumere nuovi lavoratori, ecosostenibilità, riqualificazione dell’intera zona industriale, standard qualitativi per 400mila euro per opere pubbliche", spiega il sindaco. I componenti della "fronda" non intendono tuttavia sacrificare un angolo di territorio e cedere al "ricatto occupazionale" o della possibile delocalizzazione. "Lo spauracchio della delocalizzazione non trova riscontro, tale eventualità risulta non sia mai stata neppure adombrata - spiegano i 4 della compagine di “Nuovo slancio per Ballabio“ -. L’incremento dei posti di lavoro prospettato in 40 nuove unità non viene garantito perché dipende solo dalle commesse e il fatturato".