Auto contro mercatini, dalle analisi tossicologiche le risposte alla strage sfiorata

Sondrio, Bordoni potrebbe avere avuto una crisi psicotica per l’uso di droga

L'auto distrutta (Orlandi)

L'auto distrutta (Orlandi)

Sondrio, 14 dicembre 2017 - Bisognerà attendere la giornata di sabato prossimo, quando saranno disponibili i risultati delle analisi tossicologiche, per poter capire se quello che ha spinto Michele Bordoni a entrare con l’auto nella zona pedonale del centro sondriese e investire quattro persone sia stata una crisi psicotica legata all’uso di stupefacenti.

Questa al momento è infatti l’ipotesi più probabile, ma non l’unica. Il 27enne di Poggiridenti ha ammesso di aver fumato diversi spinelli sabato prima di mettere in atto quella che ora, a mente più lucida, definisce un’azione dimostrativa, ma le analisi dovranno confermare in che quantità e che tipo di sostanze il giovane abbia effettivamente assunto. «Se non avesse assunto droghe, o le quantità fossero irrilevanti, dovremmo fare altre ipotesi – ci ha spiegato qualche giorno fa il dottor Claudio Marcassoli, psichiatra e psicoterapeuta impegnato in attività cliniche in ambito forense e criminologico, prima che gli fosse affidato dal legale di Bordoni, l’avvocato Francesco Romualdi, l’incarico di effettuare una perizia psichiatrica sul suo assistito -. Ad esempio, potrebbe essersi trattato del primo, violento episodio di una psicosi che niente ha a che fare con l’uso di stupefacenti». Se, invece, le analisi tossicologiche facessero propendere per una correlazione tra l’uso di cannabinoidi e l’assurdo gesto di Bordoni, sarebbe impossibile non tracciare degli inquietanti collegamenti con un altro caso di cronaca che ha sconvolto la Valle.

Parliamo dell’omicidio di Veronica Balsamo e del tentato omicidio di Gianmario Lucchini. Anche a Emanuele Casula, giovane grosino che sta scontando una condanna a 20 anni di reclusione, è stato diagnosticato un parziale vizio di mente secondario all’uso di cannabis. «Purtroppo è ormai noto che la cannabis può avere un effetto «slatentizzante» su crisi psicotiche, in particolar modo tra i giovani – ha rimarcato il criminologo Claudio Marcassoli -. In sostanza, in un ragazzo predisposto l’uso di sostanze cannabinoidi può far emergere una psicosi che, altrimenti, sarebbe potuta restare latente, come in molte persone accade. Ma la cannabis non solo può favorire l’insorgere di psicosi, ne ritarda anche la guarigione».