Assistenza ridotta e rette lievitate al Centro disabili di Merate

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LECCO

Suo figlio diversamente abile percepisce una pensione di invalidità di 270 euro al mese, ma deve sborsarne 300 per ferquentare il Cdd di Merate. Per legge invece non dovrebbe pagare nulla o quasi. Per questo Costantino Scopel, ottantenne di Cernusco Lombardone, papà di uno dei "ragazzi" del Cdd di Merate e fondatore dell’associazione Il Granaio di Paderno d’Adda, che è anche una comunità per disabili adulti, si è appellato ai giudici del Consiglio di Stato. L’udienza è fissata per il 13 marzo. Il genitore trascinerà davanti ai magistrati di Palazzo Spada a Roma i sindaci dei 26 Comuni della zona e i vertici di Retesalute, l’azienda consortile i servizi sociali in Brianza.

"Hanno tolto ai nostri figli i soggiorni di sollievo di dieci giorni, hanno accorciato di un’ora al giorno l’oraro di frequenza, hanno ridotto la durata del servizio di una settimana, volevano farci pagare 400 euro al mese, più altri 130 di mensa e il servizio di trasporto – spiega Costantino Scopel -. Tutto ciò nonostante 270 euro di pensione di invalidità al mese. Oggi tra mensa e retta pagiano 300 euro al mese, per tenere un ragazzo 7 ore al giorno dal lunedi al venerdi, esclusi le settimane di vacanze, i ponti festivi, le sospensioni, le chiusure per neve. Cosa ci rimane per le altre 17 ore o per i cento giorni e più all’anno in cui i ragazzi restano a casa? I nostri amministratori sono convinti che non ci siano costi a nostro carico quando i nostri figli non frequentano il Cdd? E le cure mediche, le visite specialistiche, l’alimemtazione, i vestiti, i pannoloni perché ne vengono forniti solo 3 al giorno, le creme per i decubiti?". Nel 2018 ha già vinto un primo ricorso al Tar, ma adesso si aspetta piena giustizia, una volta per tutte.

D.D.S.