Arianna Fontana, medaglia solidale: "Pronti ad accogliere gli ucraini"

La valtellinese olimpionica in contatto con gli atleti della nazionale gialloblù: vivono uno scenario quasi da film

Arianna Fontana

Arianna Fontana

Sondrio, 3 marzo 2022 -  Arianna Fontana campionessa di solidarietà. La fuoriclasse mondiale dello short track, l’atleta italiana donna con più medaglie olimpiche (11), si dimostra molto sensibile nei riguardi della guerra scoppiata in questi giorni dopo l’invasione russa in Ucraina. E così come del resto hanno fatto e stanno facendo anche tanti campioni dello sport, italiani e stranieri, anche lei manda un messaggio di solidarietà all’Ucraina e chiede agli italiani di impegnarsi per dare sostegno e ospitalità agli ucraini. Lo sport e gli sportivi stanno stigmgatizzando con tanta forza e determinazione quel che sta succedendo in Ucraina.

Arianna in questi giorni sta festeggiando le tre meraviglie di Pechino, l’oro nei 500 e gli argenti nei 1500 e nella staffetta mista. Lunedì la 31enne di Polaggia di Berbenno (Sondrio) è stata ricevuta nella sede della Regione Lombardia dal presidente Attilio Fontana e dal sottosegretario Antonio Rossi. E a margine di un’intervista concessa nella sua visita a Palazzo Lombardia, nella quale è stata celebrata dal presidente regionale per le medaglie di Pechino e per una carriera ineguagliabile e che non è giunta ancora al termine (le speranze di vederla in pista a Milano Cortina 2026 sono altissime), Arianna non si è sottratta a una domanda sulla questione della guerra in Ucraina. Cosa ti senti di dire alla gente che ti ascolta e soprattutto alle popolazioni che in questo momento stanno soffrendo?

«In questi giorni ho sentito diversi atleti della nazionale ucraina – ha detto Arianna – stanno vivendo una situazione quasi da "film". Nessuno poteva pensare che ricadessimo di nuovo in una situazione del genere, in una guerra. L’immagine di loro che scappano e che si rifugiano nei bunker è veramente qualcosa di surreale…". A questo punto Arianna dice chiaramente… e fa un appello. "Stiamo cercando nel nostro piccolo, in Valtellina, di creare un modo per accoglierli. Se riescono a venire in Italia, noi siamo pronti ad accoglierli. Nel nostro piccolo speriamo di poterli aiutare in qualsiasi modo. Chi può, lo faccia perché ce ne è proprio bisogno".