"Appalti, Comuni soli contro la criminalità"

Milioni in arrivo con i fondi del Pnrr. Il direttore della Dia: "I Municipi non hanno gli strumenti per le verifiche necessarie"

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di Federica Pacella

"Segui i soldi e troverai la mafia". Trent’anni dopo la strage di Capaci, la lezione di Giovanni Falcone diventa la via maestra per evitare che i fondi del Pnrr si trasformino nell’El Dorado della criminalità organizzata. Una sfida di cui c’è la massima consapevolezza, come è emerso dalle parole di tutti i relatori intervenuti nella tappa bresciana di “Antimafia itinerante“, la mostra organizzata per i 30 anni della Direzione Investigativa Antimafia, aperta fino a 6 maggio nella Galleria dell’Auditorium di Santa Giulia (via Piamarta).

"L’auspicio è di non dover celebrare i 40 anni – commenta il direttore della Dia Maurizio Vallone – perché significherebbe che le mafie saranno state sconfitte". La gestione dei fondi del Pnrr sarà un grande banco di prova, su cui si gioca la credibilità del Paese: fondamentale la capacità (o meno) di contrasto che la società saprà mettere in campo, a partire dalla Pubblica amministrazione. "La corruzione è lo strumento con cui le cosche diventano contraenti anche privilegiati della PA", spiega Nicola Altiero, vicedirettore tecnico DIA. Il quadro normativo, tuttavia, non agevola i controlli e rischia di creare un vulnus pericoloso. Spetta, ad esempio, ai Comuni verificare l’identità del titolare effettivo delle imprese che vincono gli appalti. "Non credo che i Comuni abbiamo gli strumenti investigativi per farlo", sottolinea Francesco Prete, procuratore della Repubblica di Brescia. Pochi ormai anche i processi per reati contro la pubblica amministrazione, come corruzione e concussione. "Stanno scomparendo dai registri delle aule giudiziarie. C’è un grosso problema di tessuto normativo non adeguato", sottolinea Guido Rispoli, procuratore generale presso la Corte d’appello di Brescia. "Corruzione e criminalità organizzata sono legati, è evidente – sottolinea Giuseppe Busia, presidente Anac -. Per quanto le istituzioni preposte se ne occupino tanto, quello che appare è la punta dell’iceberg. Bisogna creare regole generali che aiutino a prevenire la corruzione". Il fiume di denaro sta già stimolando l’interesse di anche dei mafiosi, anche se probabilmente tenderanno ad usare intermediari. "Dovremo confrontarci con soggetti nascosti – sottolinea Prete – difficilmente processeremo un’impresa mafiosa, mentre più facilmente saranno imprenditori apparentemente inseriti in circuiti legali". Dopo la mostra, Brescia sarà protagonista di un altro evento nazionale. "Siamo stati invitati alla cerimonia per i 30 anni della strage di Capaci - ha annunciato il sindaco Emilio Del Bono. - Il filo conduttore è lo stragismo, seppur di matrice diversa".