Strage di api a Bianzone, "Multe salate per chi sgarra"

Il presidente dell’Apas: «Oggi ci sono delle sanzioni ridicole» di CAMILLA MARTINA

Api a rischio (Foto AFP)

Api a rischio (Foto AFP)

Villa di Tirano (Sondrio), 29 aprile 2016 - Una  revisione delle sanzioni per mal gestiti trattamenti chimici di campi e coltivazioni, secondo Giampaolo Palmieri, presidente Apas, associazione produttori apistici della provincia di Sondrio, è la prima cosa da fare per prevenire episodi come quello dell’altro giorno a Bianzone. Oltre 100mila esemplari di api di proprietà dell’azienda Moltoni ritrovati morti, verosimilmente a causa dell’utilizzo improprio di fitofarmaci. Un avvelenamento pesante a danno delle bottinatrici, che avevano iniziato la loro attività con la piena fioritura delle colture circostanti, che mette a repentaglio il lavoro dell’apicoltore.

Giampaolo Palmieri, presidente Apas

«La prima cosa da modificare è la sanzione ridicola per chi fa trattamenti con i fiori non completamenti chiusi e/o senza sfalcio - precisa Palmieri - Seconda arma a disposizione è entrare a far parte di un sistema integrato. Come Apas, che dei 400 apicoltori presenti in Valtellina ne raggruppa circa 300, con 6.000-7.000 alveari, monitoriamo la variazione tra uscite e ingressi delle api (quest’anno, si è notata una flessione, ma la percentuale talmente bassa poteva essere ricondotta a un problema della stessa rilevazione) e cerchiamo di seguire quello che accade, inviando comunicazioni quotidiane agli apicoltori e ricevendo gli avvisi dei frutticoltori su eventuali trattamenti e relative tempistiche».

«In passato - prosegue - ci sono stati episodi estesi, situazioni su cui abbiamo dovuto lavorare. Se riscontriamo problemi, cerchiamo di avvisare capillarmente: muoversi per tempo consente di fare le dovute analisi». Ricorda l’estesa moria da Postalesio a Tirano di qualche anno fa, sempre a causa dei trattamenti, ma non generalizza. «Quest’anno, al momento, non abbiamo avuto segnalazioni particolari. Bisogna distinguere le situazioni sistemiche dai fatti episodici, non tutta la Valtellina è inquinata e le cause che determinano le morie sono diverse. Nelle zone di meleti e vigneti i diserbi possono influenzare, ma anche il clima gioca la sua parte». Bruschi e imprevedibili abbassamenti di temperature possono essere letali. Difficilmente, però, l’ecatombe di Bianzone può essere ricondotta al freddo di questi giorni.

Il direttore del Servizio sanità animale dell’ex Asl di Sondrio, Fabio Orsi, si astiene da ogni valutazione prima dell’esito dei prelievi fatti in loco che arriverà, verosimilmente, la settimana prossima. Ma è un dato di fatto che «quasi tutti gli anni si registrano episodi più o meno eclatanti - commenta Orsi - Per prevenire buona cosa sarebbe posizionare le arnie a debita distanza dalle colture». Spesso, però, come nel caso di Moltoni, non basta. Le sostanze utilizzate in agricoltura sono tante e neutralizzano gli insetti, api comprese (purtroppo) che cadono al suolo prive di vita o si disperdono chissà dove. «Tutti questi episodi - conclude - sono monitorati dalla Regione, conscia del ruolo fondamentale che le impollinatrici svolgono».