"Nonni ricoverati, i familiari come medicina"

Mario Nemesio Valetti : "Bisogna approntare un sistema sicuro per gli incontri"

Una stanza degli abbracci

Una stanza degli abbracci

Sondrio - Uno dei drammi di questo terribile momento storico, caratterizzato dalla pandemia di Covid 19, è quello relativo agli anziani che, colpiti in maniera pesantissima dal virus, oggi rimangono isolati dagli affetti più cari, in caso di ricovero anche per patologie diverse dal Sars Cov. Con il raggiungimento della quarta età subentrano spesso esigenze e dinamiche che si eguagliano a quelle della prima infanzia e come un bimbo piccolo non lo si potrebbe lasciare ricoverato a lungo e da solo in ospedale, così andrebbe fatto per chi ha raggiunto un’età significativa o soffre di patologie. Si tratta di un dramma personale e famigliare nel quale la solitudine può determinare un aggravamento della situazione psicologica, emotiva e, a volte, anche fisica, dell’anziano. Al dramma dell’anziano, infatti, si somma quello di chi ha familiari o congiunti ricoverati: la paura di non poterli più salutare. E tutto questo succede anche nei casi di sospetto Covid-19. La situazione in molte famiglie ha assunto un grado di preoccupazione elevato, al punto che ci sono anziani che non si rivolgono più al proprio medico curante per il timore di essere ricoverati, perché significherebbe perdere ogni contatto con i propri cari. Il dubbio, la paura di non poter più vedere i propri familiari prevale e prende il sopravvento. "In questi giorni – sottolinea il presidente del Gruppo Anziani e Pensionati Artigiani Mario Nemesio Valetti – sono numerose le segnalazioni che giungono anche al nostro Gruppo. Per questo ho ritenuto doveroso sollevare questa delicata questione e rivolgere un appello alle autorità sanitarie. In questa fase la morsa della pandemia pare si sia allentata. Ecco allora che forse è venuto il momento per ridefinire alcune regole all’interno dei presidi ospedalieri e delle case di riposo, così da recuperare il rapporto fra i degenti anziani e i loro cari". La problematica è delicata ma molto importante e il presidente Anap Sondrio si rivolge alle autorità competenti affinché provvedano a risolvere una situazione che, di giorno in giorno, si sta aggravando. "Vorrei rivolgere un invito a coloro che hanno il potere decisionale e lo faccio con il massimo rispetto e a bassa voce. Non è ammissibile che gli anziani siano terrorizzati all’idea di dover essere ricoverati. Il ricovero non può diventare un incubo ma al contrario deve e va vissuto come un passaggio positivo che porta alla guarigione. Crediamo sia possibile e aggiungo doveroso con un minimo impegno logistico organizzativo (oggi che immaginiamo di volare su Marte) approntare un sistema sicuro per far incontrare l’anziano con un suo caro".