Anac incubo di Palazzo Cernezzi L’appalto della piscina va riscritto

Per l’Agenzia Anticorruzione inidoneo il piano economico finanziario per l’impianto di via Del Dos

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di Roberto Canali

È un rapporto complicato quello tra l’Anac, l’Agenzia Nazionale Anticorruzione, e il Comune di Como, bacchetta che per la seconda volta in pochi anni dall’ente che ha il compito di vigilare sulla conformità degli appalti. La prima volta la bocciatura fu eclatante e riguardò la terza variante delle paratie che l’autorità guidata da Raffaele Cantone passò ai raggi X su richiesta dell’allora sindaco Mario Lucini il quale, in un eccesso di zelo, volle cautelarsi di fronte a una procedura di grande complessità che per scelta politica era stata affidata agli uffici comunali. L’esito fu catastrofico visto che l’intero progetto venne rimesso in discussione e si aprì quel lunghissimo contenzioso giudiziario, con conseguente blocco del cantiere, risolto solo anni dopo dalla Regione. Adesso l’Anac è tornata a pronunciarsi sull’appalto per la gestione della piscina di via Del Dos, utilizzata per la riabilitazione e l’aiuto ai disabili.

A sollevare il problema era stata, nelle scorse settimane, la Cooperativa Sociale Colisseum che aveva sollevato molti dubbi sul piano economico preparato dagli uffici di Palazzo Cernezzi a supporto della gara europea per l’affidamento della concessione. L’Anac si è riservata un po’ di tempo per leggere le carte e alla fine ha decretato che anche stavolta il Comune ha commesso errori. "Ritenuto che il riavvio della procedura, a partire da una rinnovata stima dei costi di gestione e investimento dei ricavi consentirebbe ai concorrenti di formulare offerte consapevoli e all’amministrazione concedente di potere contare su una gestione dell’impianto in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza – si legge nella risposta giunta in questi giorni – Il consiglio ritiene, nei limiti delle motivazioni che precedono, inidoneo il piano economico-finanziario predisposto dall’amministrazione concedente a consentire agli operatori economici interessati di elaborare offerte attendibili e consapevoli".

Tradotto l’appalto andrà riscritto, ma soprattutto si dovrà trovare al più presto una soluzione per salvaguardare le esigenze di quasi mille utenti, molti dei quali sono disabili gravi, che dalla fine di luglio rischiano di dover interrompere il loro percorso terapeutico perché il Comune ha deciso di chiudere la struttura, in attesa di espletare la gara che a questo punto richiederà molto più tempo di quanto preventivato.