Al Cfp alberghiero il piatto piange C’è un esperto per ridurre i costi

Casargo, ingaggiato un commercialista per analizzare i conti e stabilire dove si può risparmiare

Migration

di Daniele De Salvo

Gli studenti diminuiscono, ma le bollette aumentano. Al Centro di formazione professionale alberghiero provinciale di Lecco a Casargo, dove si sfornano chef, maitre, ristoratori e albergatori la situazione economica è molto critica. Durante la pandemia i buchi in bilancio sono stati ripianati grazie a un milione di euro di contributi pubblici extra, 615mila nel 2020 e altri 320mila nel 2021. Per quest’anno, però, non sono previsti ulteriori soldi in arrivo da Villa Locatelli per pagare i debiti e chiudere in pareggio. È stato così reclutato un superconsulente esterno per analizzare i conti e stabilire dove è possibile risparmiare, piuttosto che guadagnare di più. Il compito è stato assegnato al commercialista Andrea Rancan di Menaggio, al quale spetta un compenso di 5.700 euro. Tra i suoi mandati c’è anche quello di porre "in particolare l’accento sui costi del personale", si legge nella determina di affidamento dell’incarico. Dovrà inoltre valutare i "progetti non strutturali", probabilmente per sopprimerli. L’analisi finanziaria da compiere riguarda in realtà Apaf, l’Agenzia provinciale per le attività formative, cui tuttavia fa capo il Cfpa di Casargo, che poi è la principale struttura gestita dall’agenzia. "Dopo 615mila euro di soldi pubblici nel 2020 e 320mila nel 2021 per coprire le voragini certificate in bilanci, ora spendono altri 5.700 euro per verificare i conti per pagare le utenze", denuncia Nunzio Marcelli, consigliere comunale di minoranza di Lierna ed ex presidente del Cda di Apaf dal 2015 al 2018, che vorrebbe vederci chiaro sui conti in rosso, anche perché contestualmente risulta siano state aumentate pure le rette. I nuovi primini iscritti al Cfpa di Casargo per settembre sono 36: 2 per il corso di allestimento di sala e somministrazione di piatti e bevande, 17 per la preparazione degli alimenti e allestimento di piatti, cioè di cuoco, altrettanti per la lavorazione e produzione di pasticceria, pasta e prodotti da forno. L’anno scorso gli iscritti erano 40, 50 l’anno prima e 85 del 2015, quando occorreva selezionare gli alunni per il numero di richieste eccessive.