Aggredita dallo stalker armato A processo per tentato omicidio

Per l’accusa avrebbe tentato di uccidere una 45enne di Arcene di cui si era invaghito. L’imputato, di Calcinate, stessa età della vittima, in carcere dal 12 febbraio, è a processo per stalking e tentato omicidio: lui ha sempre negato ogni addebito. L’episodio a inizio anno. È il 15 gennaio quando l’uomo si presenta a casa della vittima (l’imputato lavorava con il marito della donna, assistita dall’avvocato Camilla Noris di Brescia). Con la scusa di farsi prestare un accendino entra nell’appartamento. Una volta all’interno, afferra un coltello da cucina. Pochi istanti dopo si sarebbe avventato sulla donna, ed è quanto contesta l’accusa. Quindi l’avrebbe immobilizzata stringendole il collo con una mano. E con l’altra avrebbe tentato di colpirla all’addome. Ma la vittima resiste, richiama tutte le sue forze, grida, si dimena, cerca di divincolarsi alla presa, finisce a terra e lui non la lascia. Non la libera nemmeno quando il trambusto richiama l’attenzione dei famigliari di lei. La prima a intervenire è stata la figlia ventenne della vittima colpendo con un vaso l’uomo. Poi, il padre. Solo a questo punto l’imputato avrebbe lasciato il coltello, pur continuando a tenere la donna stretta al collo. Dopo l’aggressione, finita con lui in ospedale ma libero e lei piena di lividi e terrorizzata, i carabinieri della Compagnia di Treviglio, intervenuti quel giorno, hanno ricostruito quello che era avvenuto. In pratica l’uomo aveva iniziato a seguire la 45enne con fiori e mandandole anche messaggi romantici su Whatsapp. Elementi che hanno convinto il pm Monzio Compagnoni a chiedere la misura cautelare per l’uomo e il giudizio immediato. F.D.