Caso carcere, sindacati della Polizia Penitenziaria: "Cancellate quell’ordine di servizio"

L’utilizzo della camerata da parte degli agenti tiene sempre banco

BUFERA Gli agenti sfrattati hanno passato la notte  in auto davanti al carcere

BUFERA Gli agenti sfrattati hanno passato la notte in auto davanti al carcere

Sondrio, 8 settembre 2017 - Caso agenti sfrattati dagli alloggi della caserma del carcere di Sondrio: ora interviene la segreteria nazionale dell’Unione sindacati Polizia penitenziaria, che chiede, anche ai vertici nazionali dell’Amministrazione carceraria, di revocare definitivamente l’ordine di servizio della direttrice Stefania Mussio. «Come documentato dagli organi di stampa – scrive Giuseppe Moretti - l’iniziativa adottata dal direttore durante il mese di agosto ha costretto la segreteria regionale di questa Organizzazione sindacale a una contestazione a difesa del personale interessato che si è concretizzata in una clamorosa azione di protesta, che ha visto alcuni di loro pernottare nelle proprie auto parcheggiate davanti al carcere, con rischio di grave nocumento per la propria integrità psicofisica. Orbene, ciò che salta immediatamente agli occhi è proprio il fatto che una decisione così importante non abbia tenuto in considerazione i riflessi che avrebbe avuto rispetto a chi comunque è costretto a pernottare nell’Istituto per la distanza dai propri luoghi di abitazione, ma soprattutto del fatto che un tale provvedimento potesse essere attuato in tempi così ristretti e senza una giustificazione sulla motivazione d’urgenza che potesse giustificarne i tempi».

C’è poi la questione riguardante le condizioni delle camere a pagamento all’interno della caserma, due, una delle quali ospita da due anni e mezzo uno degli agenti che venerdì sera hanno protestato. «Non è dato a sapersi neanche se le condizioni delle camere (anche ad uso collettivo) presentino le caratteristiche di salubrità che dovrebbero essere garantite al personale e per tale ragione se le invocate disposizioni in merito a quelle per le quali è richiedibile un canone siano effettivamente rispondenti alle caratteristiche che ne legittimano tale esborso – prosegue Moretti -. E’ certo che anche la presenza di unità che pernottano nelle camere collettive costituisce un presidio di pronto intervento anche per il livello di sicurezza dell’Istituto, oltre ad essere un punto di appoggio per quel personale che non può raggiungere la propria abitazione al termine del servizio giornaliero». «Per queste ragioni – conclude - apprezzando il tempestivo intervento del provveditore della Lombardia Pagano che ne ha sospeso l’efficacia. Con la presente si chiede di disporre la revoca definitiva dell’ordine di servizio in questione disponendo una verifica della situazione esistente»