Processo Spellecchia al via: in aula il ginecologo accusato di violenze

Sollevate eccezioni dalla difesa: "Rito immediato da invalidare" di SUSANNA ZAMBON

L’ex primario di Chiavenna all’uscita dal Tribunale

L’ex primario di Chiavenna all’uscita dal Tribunale

Chiavenna, 8 gennaio 2016 - Si è aperto ieri il processo nei confronti di Domenico Spellecchia, l’ex primario di Ginecologia dell’ospedale di Chiavenna, ora sospeso dal servizio, accusato di abusi sessuali nei confronti di diverse sue pazienti (19 gli episodi contestati).

Nella prima udienza, definita «filtro», gli avvocati del medico milanese (presente in aula), Giuseppe Romualdi e Lino Terranova , hanno presentato una serie di eccezioni. In particolar modo, i legali hanno chiesto al Collegio giudicante (composto dal presidente Pietro Della Pona e dai giudici Barbara Licitra e Barbara Della Nave) di «annullare» il processo con rito immediato appena avviato per procedere, invece, con il processo «normale».

Il perché? Due i motivi sollevati dai difensori. «Non si può chiedere il giudizio immediato cautelare – ha affermato l’avvocato Terranova – se l’imputato non è al momento della richiesta sottoposto a misura, e il nostro assistito non era più agli arresti domiciliari». Pronta la replica del Pm, Luisa Russo, che ha spiegato come la Procura abbia «rispettato il termine dei 180 giorni dall’applicazione della misura cautelare. È vero che Spellecchia non si trovava ai domiciliari quando è stato chiesto il processo immediato, ma era stato sottoposto ad una misura più lieve (l’obbligo di dimora, ndr) non perchè mancassero i gravi indizi di colpevolezza, ma perchè non sussistevano più le esigenze cautelari».

Una tesi, quest’ultima, che ha convinto la Corte. C’era, però, un secondo motivo: secondo gli avvocati, Spellecchia non sarebbe stato sottoposto a interrogatorio in merito ad uno degli episodi contestati, altro «nodo» che avrebbe potuto far annullare il giudizio immediato cautelare. Il problema è stato riconosciuto dai giudici, che hanno deciso di «stralciare» il capo di imputazione relativo solo ad una delle presunte vittime, e per questo episodio, quindi, si tornerà davanti al Gip e si procederà a parte, con un processo parallelo.

Infine, il Collegio giudicante si è riservato di decidere in merito ad altre due richieste degli avvocati: la nomina di un perito super partes che possa affermare se le visite di Spellecchia possano essere configurate come molestie o, invece, rientrino nella normalità di una visita ginecologica; e la possibilità di visionare i filmati relativi alle intercettazioni ambientali effettuate anche quando in ambulatorio operavano altri medici, sempre per capire se i metodi usati dal medico sotto accusa fossero normali o meno. Si torna in aula il primo aprile.

di SUSANNA ZAMBON