Campodolcino, 16 giguno 2013 - “E’ una Madonna carica di umanità e religiosità che per 600 anni ha accompagnato la vita religiosa della nostra parrocchia”. Con queste parole il parroco di Campodolcino don Mario Baldini ha dato questa mattina il benvenuto al prezioso dipinto quattrocentesco “Madonna con Bambino”, rientrato nella chiesa di San Giovanni Battista dopo il restauro, effettuato grazie al generoso contributo del Lions Club Tellino. La presidente del Lions Club Tellino Emilia Girometta De Marzi, intervenuta alla cerimonia con il presidente della sezione di Chiavenna Franco Dolci, ha voluto dedicare l’importante iniziativa culturale in onore di San Luigi Guanella, nativo di Fraciscio di Campodolcino.

L’intervento di restauro, durato quasi un anno e caratterizzato da una attenta e particolareggiata attività di ripulitura, è stato eseguito da Letizia Greppi, restauratrice di Sondrio, laureata all’Università del Restauro di Firenze. “E’ un dipinto su tavola di una bellezza straordinaria, un’opera rara per i nostri territori. Dalle analisi chimiche condotte sui pigmenti l’opera risale al 1400 e presenta i colori tipici di quell’epoca”. Resta ancora sconosciuto l’autore del dipinto, nel quale il Bambino è raffigurato mentre tiene con un filo un cardellino, simbolo della sua futura passione.


Il sindaco di Campodolcino Giuseppe Guanella ha espresso gratitudine al Lions Tellino e alla restauratrice Greppi per il lavoro svolto che ridona a Campodolcino l’importante opera, che sarà esposta in chiesa, conservata e protetta all’interno di una teca blindata. Il dipinto è stato poi illustrato ai parrocchiani e villeggianti intervenuti numerosi alla Messa di inaugurazione dopo il restauro dal presidente del Centro studi storici valchiavennaschi Guido Scaramellini: “In quest’opera possiamo individuare almeno tre significati: un forte senso di riconoscenza verso i nostri antenati per averla tramandata fino a noi, un significato storico per la sua presenza a Campodolcino sin dal ‘400 e il grande valore artistico che questa tavola lignea racchiude”.

di Davide Tarabini