Dubino, 31 maggio 2013 - «Se verrò eletto, rinuncerò allo stipendio di sindaco per tutta la durata del mandato». Il primo cittadino di Dubino eletto due anni fa, Stefano Barri, 44 anni, impiegato all’Anas, è stato arrestato l’altra sera con la «mazzetta in bocca». I poliziotti della sezione di Polizia Giudiziaria del Palazzo di giustizia di Sondrio, nel piano orchestrato dalla Procura diretta da Fabio Napoleone, lo hanno bloccato subito dopo aver ritirato da un compaesano, Rino Contessa, una bustarella da 5 mila euro. La trappola è scattata nella serata di mercoledì, attorno alle 19, quando l’imprenditore aveva concordato la consegna del denaro col pubblico amministratore, non prima di avere avvisato gli inquirenti che, pertanto, avevano preparato la trappola. Le banconote erano state fotocopiate una a una prima della consegna, l’incontro filmato e il colloquio registrato con una microspia addosso a chi avrebbe dovuto consegnare la busta.

«Io e mio fratello siamo parti lese - spiega l’ingegner Carlo Contessa, avviato studio in paese e a suo tempo indagato nell’inchiesta aperta su Traona -. E la vicenda non riguarda assolutamente le nostre attività imprenditoriali, bensì un terreno di Rino nell’ambito del nuovo Pgt. Sono parte lesa pure io, seppure il bene sia di mio fratello, in quanto la richiesta di denaro è stata fatta a me tempo addietro. Non si tratta di alcun capannone o pratica edilizia, ma di una vecchia questione di un terreno da sbloccare connessa al Pgt». Barri, paladino dell’onestà durante la campagna elettorale per l’originale lista civica espressione di Pdl e Pd, è stato arrestato in flagranza di reato con la pesante accusa di concussione e dopo le formalità di rito negli uffici del Tribunale del capoluogo condotto, in tarda serata, in una cella del carcere sondriese.


«La situazione è molto delicata - dichiara l’avvocato Giulio Speziale con studio a Morbegno, nominato dal sindaco unitamente al collega Gianmarco Brenelli del Foro di Milano -. Non siamo in presenza di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Fabio Giorgi. Io sono stato chiamato d’urgenza dalla Polizia nella serata di mercoledì, su richiesta di Barri, ma al momento non sapevo di cosa si trattava».

«Quando ho appreso da chi aveva proceduto all’arresto quale era l’accusa mossa a Barri, che è incensurato e si dichiara estraneo ai fatti contestati - aggiunge il legale valtellinese - ho subito desunto che non avrò possibilità di proseguire, nei prossimi giorni, nella sua difesa, in quanto c’è incompatibilità per quell’ipotesi di reato, essendo già io l’avvocato che tutela il Comune di Dubino. Il caso, pertanto, sarà seguito dal mio collega Brenelli di Milano. L’interrogatorio di convalida davanti al gip si terrà probabilmente domani mattina. Per ora non esprimo giudizi, in quanto non mi è stata ancora data la possibilità di vedere gli atti». Intanto nel popoloso paese ieri la notizia del clamoroso arresto del sindaco si è sparsa con la velocità della luce. «Ci riuniamo per decidere il da farsi - si limita a dire Rosa Barri, oggi assessore -. Siamo frastornati».

L'allora candidato Barri, prima del voto, aveva fatto infilare nelle buche delle lettere il messaggio col quale spiegava il perchè rinunciava allo stipendio in caso di elezione, poi avvenuta: «Siamo in un momento di crisi economica per tutti, spesso i tg annunciano rincari e tasse per le famiglie e le aziende, sacrifici per ognuno di noi. Il Comune con me sindaco risparmierà in 5 anni 151.580 euro e quello che di buono verrà fatto con questi soldi sarà qualcosa in più per la comunità di Dubino, Nuova Olonio e le altre frazioni. Sono un impiegato, vivo tra la gente e mi accorgo delle difficoltà che ci sono. Voglio fare un gesto concreto che esprima il servizio che voglio rendere al mio paese, alla mia gente».

di Michele Pusterla