Pedesina, 20 dicembre 2012 - Sempre più agli onori della cronaca, sempre più al comando in solitaria come accade ormai da anni tra i Comuni più piccoli d’Italia. Con 30 abitanti è Pedesina, località bonsai, centro montano della Valgerola, laterale della Bassa Valtellina sulle Alpi Orobiche, a confermare secondo i dati dell’ultimo censimento Istat il suo singolare primato. «Siamo 30 residenti e d’inverno a dire il vero diventiamo poco meno di 20 – puntualizza Giulia Tarabini, erborista, animatrice e presidente della locale Pro loco – qualcuno per comodità scende in basso, a Morbegno, schiva un po’ di neve». Il comune più piccolo d’Italia è incastonato in uno scenario di puro West montano in posizione soliva a 1032 metri di quota tra foreste, ruscelli: ci si arriva con l’auto affrontando i tornanti di una strada provinciale scorbutica, e sono 13 chilometri dal fondovalle.

La municipalità conta un sindaco, Valentino Maxenti, falegname, c’è una chiesetta, un negozio-emporio: c’è un parroco, don Romano Trabucchi, condiviso con 4 altri Comuni. A Pedesina i mesi sono costellati di piccoli eventi. Questo è stato importante per la piccola realtà alpina: lo scorso 7 dicembre ha compiuto 7 mesi Sasha Belotti l’ultimo nato della comunità, il 30° abitante di Pedesina. L’8 sempre di dicembre si era fatto festa per l’inaugurazione del restaurato campanile della chiesa di Sant’Antonio, che nel 2009 era stato danneggiato dal fulmine. Mentre il 9 dicembre compiva un anno Daniel Ruffoni, 29° in conto abitanti, e penultimo dei nuovi nati del paese. «In realtà – spiega Cisella Brisa, pensionata e consigliere comunale – le nuove nascite per tanto tempo a Pedesina si erano fatte aspettare. Poi nel 2007 i Ruffoni, Fabio che è vice sindaco, insieme alla moglie Simona Fomasi che ha il bar ci hanno regalato dopo tanti anni Denise.

E a seguire, sono arrivati ravvicinati Daniel, e Sasha che è figlio di Michele Belotti, e di Jessica Fomasi». Pedesina dunque che ha pochi abitanti ma ha riavviato il ricambio generazionale. Con i giovani che decidono di restare e affrontare la realtà di una località alpina, in un’area protetta, di pregio, realtà di «Terre alte», di accettare i disagi dell’inverno, compensati dalla emozione di stabilirsi con un progetto di vita tra luoghi e paesaggi da sogno.

«Qui il sole quando è bel tempo lo godiamo sempre – fa osservare il sindaco, Valentino Maxenti – resta per molte ore, e in montagna d’inverno con le vette che fanno ombra non è scontato. Morbegno che è ai piedi del nostro monte, gode di molto meno sole durante i mesi invernali: siamo a mille metri ma abbiamo un clima più gradevole e mite». Il negozio-emporio è un presidio in quota: ristorante, bar edicola, alimentari, centro servizi, ma niente connessione internet, l’adsl sta arrivando. Ci sono i bambini, Denise e Daniel, figli di Simona e Fabio: mamma Simona cucina, amministra la macchina degli approvvigionamenti per l’intero paese. La nonna Silvia custodisce i nipoti con un sorriso. Le si fa notare che nel negozio manca il presepe. Lei risponde: «Qui non ce n’è bisogno».