Morbegno, 22 novembre 2011 - Attende una soluzione il problema eternit delle Seriole. La copertura della ex fabbrica Biffi, centro conservaturiero alimentare ora dismesso continua a rappresentare un disagio e un pericolo per i cittadini. E’ molto alterato il tetto di un capanno che sorge davanti alla fabbrica, e resta il dubbio che anche tutta la copertura dell’edificio maggiore possa essere di eternit, mostrando alla vista, dal basso, gli stessi licheni che infestano i coppi più visibili.

La formazione dei licheni sulle lastre di eternit è tra i segnali che vengono considerati indicativi di una possibile maggiore pericolosità del materiale stesso. E la collocazione delle lastre, nel “corridoio” ventoso del lungo Bitto a sud della città, in zona abbastanza umida, poco monitorata, tra le poche case rimaste dei residenti non garantisce un isolamento alla dispersione dell’asbesto. Le autorità sanitarie interpellate sull’argomento, da Sondrio, avevano inteso sdrammatizzare sul tema.

Dalla Asl era stato detto che le coperture in eternit sono svariate, in tutta la provincia, che ci si può convivere. Dai residenti del luogo è stata segnalata una morte per tumore di una signora, un fatto rimarcato. Anche se nessuno, onestamente può dirsi certo di poter correlare cause ed effetti. E del resto sono questioni delicate. Nel frattempo la ex Biffi sta lì. Un rudere che potrebbe essere colmo di veleni, a meno di cento metri dal centro storico.

 

«Se esiste un pericolo di nocività dell’eternit – ha precisato ieri l’assessore all’Urbanistica di Morbegno Cristina Pinciroli – è la proprietà che deve intervenire, ne deve rispondere. Per quanto riguarda l’ex stabilimento è in corso un ricorso dei proprietari, contro un vincolo edificatorio della Regione». E’ questo vincolo che ha bloccato il recupero della costruzione.

«Presa in carico di eventuali problemi di nocività a parte – ha chiarito l’assessore – le ex Biffi era destinata ad una conversione in senso residenziale. I proprietari volevano fare degli alloggi, e anche il Piano regolatore aveva individuato tale possibilità. Ma sono sopraggiunti dei divieti da parte della Regione. In un primo tempo sembrava che l’iniziativa di costruzione residenziale alle Seriole avrebbe avuto il via libera. Sembrava, perché in un secondo momento la Regione ha messo vincolo sul progetto, decidendo che si doveva mantenere nella ristrutturazione la originaria destinazione d’uso. O in caso contrario fare arretrare il muro a ovest del fabbricato di quattro metri per consentire la pulizia dell’alveo del fiume, sottostante, e per motivi di sicurezza idrogeologica. E il punto è che non esiste più l’opportunità, nemmeno la logica per andare a ricostruire una attività industriale in quella zona, così come la proprietà non vuole perdere 4 metri. Così, è stato avanzato dai titolari dello stabile un ricorso alla Regione».