Sondrio, 21 marzo 2011 -
L'energia idroelettrica è sempre uno dei temi caldi in provincia. Se in Valle ne abbiamo da vendere, perché - prima - non studiare il modo di essere autosufficienti? Illuminiamo la metropoli, ma rischiamo di rimanere al buio perché dipendiamo dagli altri. Dopo i fatti del Giappone che sembrano far tramontare l’opzione nucleare, ma anche in seguito alle continue crisi nel Nord Africa, con la guerra in Libia, e in Medio Oriente, da dove arrivano petrolio e gas, forse è il momento di pensare seriamente a garantire l’energia anche a livello locale, indispensabile per la vita di tutti i giorni e lo sviluppo economico.
"Con un black-out rischiamo, anche qui in provincia, di non riuscire neppure a entrare in casa, figuriamoci tutto il resto. Siamo talmente dipendenti da un pulsante o da un interruttore per fare ogni cosa che spesso dimentichiamo che, senza energia elettrica, siamo perduti". A lanciare un sasso nello stagno è Corrado Fabi, general manager di una delle principali industrie estrattive minerarie in Valle, già presidente dell’Unione industriali della provincia sino a pochi anni fa. Oggi fa parte della giunta di Confindustria. Sotto la sua presidenza si è molto parlato di energia idroelettrica da utilizzare come principale fonte “rinnovabile” e oggi, più che mai, il tema diventa cruciale.
"Gli impianti fotovoltaici si fanno dove c’è il sole, quelli eolici dove c’è il vento e gli idroelettrici dove c’è l’acqua – spiega – una ditta come la Carcano si insediò in Valtellina proprio per la possibilità di disporre di una sua centralina che la fece diventare competitiva. Nel nostro settore estrattivo, una volta si valutava la potenzialità di una miniera in base al numero dei minatori impiegati, oggi la si misura in base ai kilowatt installati".
Dunque sarebbe un forte vantaggio se l’industria locale disponesse di energia a costo zero? "Tra queste montagne ci sono molti svantaggi logistici, che tutti ben conosciamo. Parlo per tutte le imprese e poi, a cascata, sino al cittadino consumatore. Insomma, dove ci sono le centrali nucleari l’energia costa meno. Qui dovremmo avere la stessa cosa, ma, soprattutto, disporne direttamente alla fonte, poi si vende l’eccedenza. Sono discorsi che non ho ancora sentito fare da nessuno tra amministratori e politici locali, anche adesso che si parla tanto di impianti e dighe che sarebbero passati sotto il controllo provinciale".
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