2009-05-23
di MICHELE PUSTERLA
— ARDENNO —
BOSCAGLIA passata al setaccio lungo le sponde dell’Adda, nelle vicinanze della deviazione per Tartano, e anche all’altezza del ponte chiamato degli Asinelli a Pilasco, da parte di numerosi carabinieri in borghese del comando provinciale di Sondrio, accompagnati dal capitano Paolo Fabbroni, comandante della Compagnia Cc del capoluogo valtellinese, e dal maresciallo capo Massimo Sottile che guida la caserma di Ardenno. A coordinare le operazioni il magistrato Gianfranco Avella, anch’egli dunque sul posto alla ricerca di qualche traccia che possa condurre al ritrovamento del 36enne Donald Sacchetto, l’operaio ardennese misteriosamente scomparso da sabato scorso. Un giallo la sua scomparsa, avvenuta dopo che aveva preso parte alla sua festa di compleanno con alcuni amici. Era rientrato dalla Svizzera, dove da qualche tempo lavora, per trascorrere un breve periodo a casa, ma poi i familiari non vedendolo più ne avevano denunciato la sparizione ai carabinieri della locale caserma. Un allontanamento volontario? La decisione di far perdere le tracce dopo una delusione? Sono solo alcuni degli interrogativi che si sono presto rincorsi.
Nelle ultime ore, in paese, si sono addirittura diffuse le voci di un giovane ventottenne del posto a lungo interrogato la cui posizione si sarebbe aggravata con il trascorrere del tempo. Si sarebbe più volte contraddetto a proposito di quando ha incontrato l’ultima volta il 36enne. Nel pomeriggio l’azienda (settore estrattivo ed edile) di cui è contitolare è stata perquisita e successivamente posta sotto sequestro. Non è escluso che in un deposito siano stati rinvenuti oggetti riconducibili allo scomparso. La vicenda legata alla misteriosa sparizione di Sacchetto potrebbe essere giunta vicina a una svolta. Secondo altre testimonianze che abbiamo raccolto, la persona a lungo ascoltata in caserma sarebbe stata notata, la notte della misteriosa sparizione dell’operaio, mentre impugnava una pistola all’interno di un bar di Ardenno.
Il sopralluogo degli inquirenti, effettuato nel tardo pomeriggio di ieri col supporto della Scientifica dell’Arma, si è concentrato anche su alcuni tratti di guard-rail lungo la statale 38 dello Stelvio. Alla ricerca di eventuali tracce di sangue? Alcune macchie, in effetti, sembrano ematiche. Un testimone ha riferito di avere casualmente assistito a un violento litigio in quella zona? Impossibile, al momento, avere risposte dagli investigatori che continuano a scavare fra le amicizie e le frequentazioni dello scomparso, alla ricerca della verità, per fare piena luce su un giallo che con il trascorrere delle ore getta sempre più nell’angoscia i familiari del 36enne. «Non si è ucciso», è la convinzione di alcuni suoi conoscenti.