2008-09-21
di MICHELE PUSTERLA
— SONDRIO —
È ATTESA a inizio settimana la decisione del gip Pietro Della Pona sulla richiesta della Procura delle misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti truccati in Valtellina, di cui abbiamo riferito in anteprima nell’edizione di ieri de «Il Giorno». Destinatari dei provvedimenti - nell’ipotesi che la domanda venga accolta - dovrebbero essere quasi tutti gli imprenditori edili coinvolti nell’indagine della Squadra Mobile (con la quale ora collabora la Guardia di Finanza) scattata lo scorso autunno, dopo il rogo doloso di tre escavatori, e alcuni dei pubblici amministratori da mesi indagati.
Per i costruttori la richiesta è degli arresti domiciliari, di interdizione invece per i pubblici amministratori. La notizia sull’iniziativa dei magistrati, accompagnata da quella di uno stop alle intercettazioni su Jonny Crosio dopo la sua elezione a deputato della Lega Nord in quanto la Procura in tutti questi mesi non ha mai chiesto l’autorizzazione all’apposito organismo parlamentare, ieri ha sollevato un’ondata di commenti e reazioni. A cominciare da Silvano Passamonti, presidente della Cm di Morbegno: «Non rilascio dichiarazioni».
«Non ho nulla da dire e non voglio rilasciare alcuna dichiarazione - si è limitato a dire il sondriese Luigi Rebai, uno dei costruttori inquisiti -. Il mio avvocato è Marco Bonomo». «Sono in un cantiere e quindi oggi non posso parlare. Al telefono sono disturbato dal rumore dei mezzi meccanici», le uniche parole del suo collega Guglielmo Trivella di Berbenno.
«La misura degli arresti domiciliari, a questo punto dell’inchiesta, mi sembra un provvedimento del tutto ingiustificato - dichiara l’avvocato Marco Bonomo del Foro di Sondrio -. Un provvedimento del genere sarebbe fuori luogo. Non c’è pericolo di fuga nè di inquinamento delle indagini, nè di reiterazione del reato. A questa data non è necessario e neppure comprensibile». «Il gip boccerà le richieste intempestive. Ne sono certo», aggiunge un altro addetto ai lavori. «Io - spiega un altro costruttore, Roberto Paganoni - avevo appreso da "Il Giorno" di essere indagato. Sulla vicenda non so assolutamente nulla. Ho la coscienza tranquillissima. Non ho mai parlato e neppure conosco i vari Fermino Conforti, Angelo Bianchi, a Passamonti mai ho rivolto la parola. Con Guglielmo Trivella ho normali rapporti di lavoro, mentre Luigi Rebai è stato mio compagno di scuola, nulla più».