2008-07-19
di ANDREA SCERESINI
— SONDRIO —
«IL LICEO? Non ci è piaciuto: ci sono troppe cose che non vanno. La verità, è che tutti ne sono consapevoli. Ma in tanti, evidentemente, preferiscono voltare la testa dall’altra parte». Ritardi taciuti, continue «sbirciatine» durante i compiti in classe, insegnanti svogliati, e giudizi tutt’altro che imparziali. Quel che ne emerge, è un quadro inaspettato: certo, dipinto con goliardia. Ma pur sempre sconfortante. Loro si chiamano Alex Pelucchi e Federico Credaro, hanno 19 anni, e si sono appena diplomati al liceo scientifico Donegani di Sondrio: 81 e 88, i loro punteggi. Un buon risultato, frutto di cinque anni di studio. Ma ora, una volta usciti, hanno deciso di sfogarsi: senza peli sulla lingua, coi denti stretti, e la voglia, neanche troppo sopita, di levarsi qualche ultimo sassolino dalle scarpe. «La nostra - spiegano -, è stata purtroppo un’esperienza infelice. Abbiamo imparato, ad esempio, che copiare dal vicino non è mai un fatto negativo di per sé. Gli insegnanti predicano bene, ma razzolano male: mai nessuna punizione. Parecchi si limitano a lasciar fare, pur accorgendosi benissimo di ciò che sta accadendo. Naturalmente, gli unici che vengono penalizzati sono gli studenti che non sbirciano, i quali devono studiare veramente, e poi competere con chi gioca sporco».

IL CHE RICONDUCE ad un’altra annosa questione: quella dei favoritismi. «Molti professori fanno preferenze nei confronti degli studenti - si indignano Alex e Federico -, con una particolare propensione verso coloro che riescono ad arruffianarsene le simpatie. I leccapiedi sono nettamente preferiti agli onesti e ai leali». Ci sono, insomma, i «fighi» e gli «sfigati». Due categorie a compartimenti stagni, che sempre implicano diversi pesi, e diverse misure. «I "fighi" possono arrivare in ritardo, sapendo benissimo che nessuno li punirà. Poco importa se hanno la macchina, e magari, rispetto a tanti "sfigati", abitano molto più vicino alla scuola. Puri dettagli: i professori, di fronte a loro, sono sempre pronti a chiudere un occhio. Anche due, se necessario». E lo studio? Sempre «a memoria»: un incessante trionfo di nozionismi. «È inutile - raccontano i due ex studenti -. I giovani con capacità, che si applicano e che interiorizzano gli insegnamenti, cercando anche di farsi idee proprie, non sono mai valorizzati. Meglio essere acritici, piatti, superficiali. E chi neppure così riesce a cavarsela, può poi sempre ripiegare sulle celebri "sbirciatine". Tanto, che problema c’è? Nessuno li rimproverà: i voti verranno assegnati "a caso", e saranno sempre positivi. Molti nostri compagni avrebbero meritato di essere bocciati, ma in un modo o nell’altro se la sono sempre cavata: perché i professori, durante gli scrutini, vogliono mostrarsi generosi con coloro che hanno saputo accaparrarsi le loro simpatie. Questo è il mondo dei "fighi": che pretendono tutto, e non rispettano nulla».
EPISODI TUTT’ALTRO che isolati, sempre a detta dei due intransigenti "ex". I quali vanno oltre: dalle «politiche educative», ai metodi di studio, dagli esami, al corpo insegnanti. «Il livello del personale docente - aggiungono - non ci è apparso, infatti, molto elevato. Ben pochi professori, tra quelli che abbiamo incontrato durante la nostra quinquennale carriera, si sono mostrati in grado di valutare seriamente e con obiettività le persone che avevano di fronte». Nessuna eccezione? «Certo, qualcuna c’è stata. Ma sono molto rare: non più numerose delle dita di una sola mano. Alcuni insegnanti erano palesemente impreparati: persino nelle proprie materie. Altri, faticavano ad esprimersi in un italiano corretto. Insomma, un disastro. Eppure, tutti continuano a ripeterlo, professori in testa: "Il liceo scientifico è la punta di diamante dell’istruzione sondriese". A questo punto, vorremmo domandare: "Se la punta di diamante è ridotta in questo modo, che mai potrà succedere in tutte le altre scuole della Vatellina?"»