Sesto San Giovanni, 26 ottobre 2010 - Chiacchierata, contestata dall’opposizione e sicuramente onerosa per un Comune come Sesto. È la consulenza del professor Guido Rossi per le aree Falck: 60mila euro riconfermati anche nel 2010. «Ci sono problemi a chiudere il bilancio e a fare quello nuovo? Eliminassero gli incarichi esterni». A riproporre la ricetta magica è Antonio Lamiranda, capogruppo di An, che in Consiglio più volte ha puntato il dito contro cifre troppo alte per le consulenze al di fuori della macchina comunale. Compensi che negli anni sono sensibilmente calati. «Gran parte di queste consulenze servono per far funzionare servizi necessari», spiega asciutto l’assessore al Bilancio Pasqualino Di Leva.

Per quanto riguarda quella «maxi» di Rossi, la domanda deve essere «Serve o non serve?» e non «È cara o no?», replicano dall’amministrazione. «Per le ex acciaierie si parla di un piano di 5 miliardi di euro. Nessun Comune può avere al suo interno una competenza tale per confrontarsi con colossi della finanza». Per questo la si cerca fuori, accaparrandosi un pezzo da novanta come l’ex presidente di Telecom Italia ed ex consulente della Fiat. «Abbiamo preso il migliore sul mercato — commentano dal Comune —. La nostra città sta affrontando trasformazioni radicali: era doveroso affidarci a una personalità del suo calibro».

Pur avendo assoldato Guido Rossi però, non è Sesto il Comune che ha speso di più per incarichi esterni nel 2009. Secondo quanto emerge dai dati pubblicati dal Ministero della Pubblica Amministrazione sul proprio sito, nell’ambito dell’operazione «Trasparenza», la palma di più spendaccioni del Nord Milano va a Cinisello e Paderno. Il primo l’anno scorso ha pagato consulenze per oltre un milione di euro (1.175.765 per la precisione); 720.817 il secondo. Più parchi gli altri Comuni: tolto Cusano (216.087 euro), si posizionano tra i 54.107 di Cormano e i 124.915 di Sesto.

A questi ultimi va riconosciuto un dato positivo, e cioé di non aver messo a bilancio fatture di anni precedenti, come invece hanno fatto i vicini di casa per riuscire a rimanere nel patto di stabilità. Significa che Sesto e Cormano hanno pagato il consulente nello stesso anno in cui ha erogato la prestazione: qualcuno invece, per non sforare, ritarda la fatturazione. A Paderno questi strascichi pesano per oltre la metà: 412.807 euro; 445.866,43 gli arretrati di Cinisello e allo stesso scopo è stata destinata gran parte della spesa di Cologno e Cusano. Ma sono necessarie tutte queste consulenze? Alcune non si possono davvero evitare. Succede quando a decretare l’incarico è una legge: allora persino il Comune più parsimonioso deve mettere a bilancio la spesa.

Altre volte a essere «esternalizzati» sono servizi o lavori pubblici. «Il grosso problema — osserva Lidia Ruzzon, assessore al Bilancio di Paderno — sono gli incarichi che i dirigenti comunali possono affidare direttamente, senza cioè l’autorizzazione in giunta. Sfuggono a verifiche perché rientrano sotto voci di spesa più generiche e spesso si tratta di piccole cifre». Sassolini che, presi insieme, pesano come macigni.