Terrorista ucciso a Sesto, l'autista: "La fuga in bus? Impossibile, troppi controlli"

Secondo gli autisti che dirigono la linea, viaggiare con un autobus internazionale è troppo rischioso per chi ha qualcosa da nascondere

Un autobus pronto per la partenza in piazza Primo Maggio

Un autobus pronto per la partenza in piazza Primo Maggio

Sesto San Giovanni, 27 dicembre 2016 - Per ora è solo un’ipotesi remota quella che Anis Amri fosse arrivato fino a Sesto per prendere un autobus diretto in Marocco o Tunisia. Tuttavia è una delle piste che gli investigatori hanno vagliato perché il piazzale della stazione di Sesto Fs è un nodo internazionale nel quale si intrecciano molte delle linee di bus che collegano l’Est Europa al profondo Sud della Spagna e ai paesi del Maghreb. L’autobus per Marrakech, che qualcuno ha indicato come possibile meta di Anis, parte ogni martedì e venerdì da piazza Primo Maggio. A gestire la linea è una società di trasporto marocchina che garantisce il collegamento in due giorni. Un viaggio interminabile nell’epoca di jet e treni ad alta velocità, ma preferito da decine di persone perché sul bus è possibile trasportare ogni cosa: dagli elettrodomestici ai motorini, fino ai pacchi da inviare ai parenti.

Lunedì alle 11 il bus è arrivato puntuale a Sesto con il suo carico di uomini e pacchi. «Ogni settimana trasportiamo tra le 30 e le 40 persone su ogni tratta, perché si possono portare anche molti bagagli», racconta uno degli autisti in un italiano fluente. Il costo di un passaggio è di 150 euro. Ma l’autista disinnesca subito qualsiasi sospetto che il bus possa essere una sorta di zattera per i terroristi.

«Attenzione - mette subito in chiaro - per salire la scaletta dell’autobus bisogna mostrare a me il passaporto. Chi non ha i documenti in regola non viaggia, perché altrimenti mette a rischio il viaggio di tutti. Passiamo almeno 4 controlli sulla strada. A ogni dogana veniamo controllati da cima a fondo. Per entrare in Marocco poi - sottolinea più volte - dobbiamo passare in uno scanner, come in aeroporto: le persone, i bagagli e anche l’autobus. Non c’è pericolo che passi qualcosa di sospetto». Secondo gli autisti che dirigono la linea, viaggiare con un autobus internazionale è troppo rischioso per chi ha qualcosa da nascondere, perché i controlli alle frontiere sono severi e negli ultimi tempi anche le verifiche a sorpresa lungo la strada rendono il passaggio incerto.