Sesto, ore di sostegno a scuola: il Tribunale dà ragione ai genitori

Sconfitti Ministero e Comune

L'esito del ricorso è stato favorevole alle famiglie

L'esito del ricorso è stato favorevole alle famiglie

Sesto San Giovanni (Milano), 23 giugno 2019 - Per la seconda volta in sei anni hanno dovuto fare causa per affermare il diritto allo studio dei loro figli. Nel 2012 contro il Provveditorato, stavolta contro Miur e Comune. E se le vertenze contro il Ministero sono sempre più frequenti, quella contro un municipio è la seconda a livello nazionale. Come nel 2012, i genitori hanno vinto: non coprire il fabbisogno di ore di sostegno degli alunni con disabilità è discriminatorio, dicono due ordinanze del Tribunale di Monza.

«A settembre 2018 abbiamo creato un gruppo. Siamo partiti da una domanda: “Perché un diritto non è garantito in automatico?” – racconta Cinzia Bernardi – La strada obbligata è stata il ricorso. Un percorso a ostacoli perché alcune scuole, invece di sostenerci, ci hanno messo il bastone tra le ruote per reperire documenti». E un percorso «azzardato perché non sapevamo se la nuova normativa ci avrebbe aiutato».

La richiesta di ore di sostegno arriva dopo una diagnosi funzionale a cura dei medici: sulla base di questa documentazione la scuola chiede ore a Miur e Comune. Se le ore prima coperte rappresentavano il 70% delle richieste, lo scorso anno si è scesi al 53. «Due sentenze dicono che sono stati posti limiti al diritto allo studio, motivandoli con l’assenza di risorse economiche. E questo per il Tribunale non è possibile – spiega Stefano Rivolta – Questo principio viene ribadito anche al Comune, che diceva che il predissesto dell’ente impediva di rispondere al bisogno: la sentenza dice «Vai in deroga».

«Abbiamo vinto, ma resta l’amarezza: in un paese civile dovrebbe essere applicata la legge senza dover far causa», commenta Massimiliano Renzi. I genitori lo ribadiscono: «L’aspetto più faticoso non può essere il rapporto con l’istituzione che dovrebbe essere a servizio dei bisogni dei cittadini».

«Chiederemo un incontro al sindaco e l’attuazione del Tavolo sulla 104 – annuncia Chiara Bresciani dell’associazione La nostra Famiglia – Poi faremo un passaggio all’Ufficio scolastico provinciale. Il rischio è che siano tolte ore ai bambini per darle alle famiglie che hanno vinto la causa, mentre l’obiettivo è aumentare il monte ore e andare a totale copertura».