Sesto San Giovanni (Milano), 15 luglio 2019 - Pressoché sconosciuto a Sesto, era approdato in città nel giugno del 2017 perché la Lega lo aveva fortemente voluto come assessore alla Sicurezza. Ora le sorti dell’assessore Claudio D’Amico mettono a rischio la giunta del sindaco Roberto Di Stefano, chiamata a gran voce dai partiti dell’opposizione a fare chiarezza sull’operato di D’Amico, figura politica con una doppia vita: quella di assessore locale delegato alla gestione della polizia locale e delle case popolari di Sesto, da un lato, e quella di consigliere personale del vicepremier Matteo Salvini, nonchè interlocutore privilegiato per i rapporti con le autorità russe, dall’altro. Una posizione, quest’ultima, che negli ultimi giorni è divenuta centrale nelle accuse mosse alla Lega e a Salvini per il caso Gianluca Savoini, il “faccendiere” della associazione Lombardia-Russa che oggi sarà ascoltato dalla Procura di Milano. Savoini è indagato per corruzione internazionale dopo la presunta trattativa sulla compravendita di petrolio, non andata a buon fine, avvenuta lo scorso 18 ottobre all’Hotel Metropol di Mosca e che avrebbe dovuto portare fino al 65 milioni di dollari nelle casse del Carroccio. D’Amico indagato non è, ma il suo nome ieri è stato espressamente indicato da Palazzo Chigi per aver invitato Savoini al recente forum con Putin, smentendo di fatto Salvini. Con un passato da parlamentare e da sindaco di Cassina de’ Pecchi, D’Amico era approdato a Sesto facendo parlare di sé soprattutto per la sua passione per l’ufologia e corpi extraterrestri. Non ha mai nascosto i suoi rapporti privilegiati con la Russia, D’Amico, anzi il suo curriculum è infarcito di incarichi e attestazioni della sua “amicizia” con le istituzioni del governo di Putin, che continuava a coltivare anche attraverso i numerosi viaggi e relazioni privilegiate con il deputato di Russia Unita, Aleksej Puskov, considerato un fedele di Putin e più volte tirato in ballo nel difficile scacchiere della guerra nella regione ucraina del Dombass. Lo stesso d’Amico era stato più volte fotografato in compagnia di Putin e delle personalità russe più influenti, oltre che in occasione delle elezioni presidenziali del marzo 2018 quando era stato inviato come osservatore Osce, scattando un selfie in compagnia del presidente russo. Proprio per questa sua valenza internazionale D’Amico a Sesto è stato più volte definito un “parcheggiato” dal partito di Salvini in attesa di incarichi migliori. Ma nel tempo si è fatto notare per il suo lavoro nel campo della sicurezza, riorganizzando la polizia locale in una forza più operativa e prendendo parte personalmente a decine di operazioni di controllo e di sgombero. Si deve soprattutto a lui se oggi Sesto detiene il primato di oltre 500 Daspo urbani emessi dalla polizia locale. Da circa un anno ha assunto il ruolo di “Consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale”, nello staff dei consiglieri di Salvini. Un incarico retribuito che, a causa di trasferte internazionali e della sua presenza a Roma, aveva fortemente ridimensionato la sua visibilità sul territorio. Ora a chiederne le dimissioni sono tutti i partiti dell’opposizione sestese a cominciare dal Pd che incalza: «L’assessore in quota leghista – scrive in un comunicato – è comproprietario di alcune società di import-export insieme a Gianluca Savoini, l’uomo al centro dell’inchiesta. Alle nostre richieste di chiarimenti il sindaco Di Stefano ha sempre risposto che si trattava di questini personali, invece si tratta di uno scandalo nazionale che riguarda un suo uomo».