Sesto, le associazioni sotto sfratto infuriate: "La storia non è in vendita"

Sedi finite all’asta, associazioni in piazza. E il Comune replica con le multe

Il presidio delle associazioni sestesi

Il presidio delle associazioni sestesi

Sesto San Giovanni (Milano), 19 luglio 2019 - Lo striscione “Questa è la casa dei deportati dal 1977. Le loro storie non sono in vendita” era stato posto fuori dalla sede dell’Aned in via Giardini. La sede che, insieme a quella delle altre associazioni, è stata messa all’asta dall’amministrazione. Questo striscione, per la stessa amministrazione, costituisce una «violazione del decoro urbano». E, per questo motivo, l’Aned ha ricevuto una multa di 216 euro. «Non da ultimo ci è stato informalmente chiesto di eliminare tutte le strisce, con il nome dei nostri deportati morti, sulla ringhiera dell’ingresso perché ci sono multe a noi indirizzate per ogni giorno di esposizione a partire da 15 giorni fa», fa sapere il presidente Giuseppe Valota. Significa un totale di 3mila euro.

«Gestiamo soldi che sono il capitale dei nostri soci e di certo non possiamo permetterci di pagare una simile multa. Mai avremmo immaginato che i nomi dei nostri deportati fossero uno sfregio al decoro urbano». Il rapporto tra Giunta e sodalizi è sempre più teso, con il sindaco Roberto Di Stefano che continua a issare un muro e che nei giorni scorsi ha definito «abusivi» alcuni dei sodalizi presenti negli immobili all’asta. I volontari non mollano. Molte delle associazioni di via Giardini hanno inviato una lettera con assistenza legale e sono pronte alla battaglia anche in altre sedi.

«Non siamo abusivi - ribadisce Valota -. L’affitto è stato regolarmente pagato, l’ultima tranche il 5 luglio, e non abbiamo mai ricevuto alcuna disdetta del contratto che, a uso commerciale, si ritiene da giurisprudenza amministrativa in essere per 6 anni e quindi fino al 2022. Chi comprerà la sede avrà anche l’Aned dentro come affittuario fino al 2022». Ieri, intanto, le striscette con i nomi dei deportati sono state tolte. La multa è stata inoltrata all’avvocato per il ricorso.

«Molti cittadini le hanno portate a casa. Ci siamo impegnati a inviare loro una biografia del nome che hanno preso: chi era, il motivo dell’arresto, dove è stato deportato e dove è morto. Ognuno adotta una storia e la invierà al sindaco e per conoscenza all’assessore al Demanio Claudio D’amico e all’assessore all’Associazionismo Roberta Pizzochera». Mercoledì sera, le associazioni che si ritrovano senza più sede hanno organizzato un presidio nell’area verde della via. «Ringraziamo chi è venuto a esprimere la sua solidarietà per quanto sta accadendo alle associazioni - ha dichiarato Marco Locati -. Siamo in tanti perché questo è il tessuto sociale di Sesto».