Sesto, la preghiera che abbatte gli steccati: "No alla violenza, sì alla fratellanza"

Nella basilica di Santo Stefano l’incontro tra la comunità cattolica e quella musulmana

In prima fila i rappresentanti della comunità islamica

In prima fila i rappresentanti della comunità islamica

Sesto San Giovanni (Milano), 1 agosto 2016 - Alla fine della messa i fedeli cristiani sono andati a ringraziarlo per le parole pronunciate dal pulpito. Ieri mattina l’imam Abdullah Tchina ha partecipato alla celebrazione delle 11 nella basilica di Santo Stefano. Insieme a lui, seduti al primo banco della chiesa, i rappresentanti della comunità islamica di Sesto e il vicesindaco Andrea Rivolta.

Un segno di solidarietà e fratellanza, dopo le ultime stragi terroristiche che si sono succedute in queste settimane e dopo l’uccisione del padre francese Jacques Hamel nella chiesa di Saint- Etienne du Rouvray, in Normandia. Così, domenica mattina, cristiani e musulmani hanno pregato insieme. "Siamo venuti per portare le condoglianze ai nostri amici e fratelli cristiani. Siamo addolorati per quello che accade in Francia, nel mondo, perché è un attacco a tutte le religioni. Qualcuno sta cercando di incendiare lo scontro".

Da qualche mese l’imam è il direttore del centro culturale islamico che opera ormai da un paio di decenni in città e oggi ha sede in via Luini. "Abbiamo creato ponti, collaborazioni, amicizie in questi anni. Il Corano invita a vivere in pace e a praticare la pace. Nella propria famiglia. Con i vicini di casa. Le uccisioni di questi mesi sono l’uccisione di questa convivenza e di questa amicizia. Proviamo un dolore profondo". Un discorso sentito quello di Tchina, chiamato sull’altare dal prevosto don Roberto Davanzo. (sotto, nella foto)

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Con gli altri rappresentanti della comunità musulmana, l’imam ha chiuso la messa della domenica, a cui ha partecipato insieme alla sua famiglia: donne, uomini e bambini seduti insieme al primo banco della basilica. "Diciamo no alla violenza, all’odio, alla pazzia, alla criminalità. Diciamo con forza no al terrorismo. Quello non è l’Islam. Il Corano lo dice chiaramente: chi uccide una vita, uccide tutta l’umanità - ha concluso Tchina -. Diciamo invece sì alla convivenza, al rispetto reciproco e al rispetto di tutti i luoghi di culto, alla fratellanza".

A fine messa, ringraziamenti e strette di mano da parte della comunità cristiana. E l’incontro con don Davanzo, che ha dato il benvenuto alla famiglia dell’imam sestese e ai rappresentanti del centro islamico. "Le nostre comunità religiose hanno da molto tempo un rapporto di amicizia e scambio - ha commentato il vicesindaco Rivolta -. Quanto avvenuto questa mattina non fa che fortificare il legame. Come amministrazione non possiamo che lavorare e impegnarci per favorire ogni possibile percorso comune".