Sesto, Andrea precipitato per un selfie: "Una morte assurda"

Ma la famiglia accusa: nessuna bravata, è colpa della mancanza di vigilanza e dell’accesso lasciato aperto

La foto del profilo Instagram di Andrea Barone, il 15enne morto dopo la caduta da 25 metri

La foto del profilo Instagram di Andrea Barone, il 15enne morto dopo la caduta da 25 metri

Sesto San Giovanni (Milano), 17 settembre 2018 - «Perché doveva succedere proprio a lui? Non è giusto morire così». Il via vai di amici e parenti è continuo dalla casa di Andrea Barone, il 15enne di Cusano Milanino che sabato sera è morto dopo un volo da 25 metri, mentre si trovava al CentroSarca di Sesto San Giovanni. Insieme a tre amici, Andrea è salito sul tetto, usando le rampe esterne delle scale anti-incendio del centro commerciale di via Milanese. Poi avrebbe scavalcato alcune recinzioni e segnali di divieto, per raggiungere il punto più alto del cinema multisala “Skyline”. Il 15enne è precipitato in un condotto di aerazione che lo ha portato al secondo piano, interno, dell’edificio. È questa la ricostruzione del centro commerciale, ora al vaglio della Questura di Milano, che indaga sull’accaduto, e della magistratura, che ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità e capire come sia stato possibile per il gruppo di adolescenti arrivare fino alla vetta dell’iper.

Tra i corridoi del centro commerciale, ieri mattina, si aggiravano gli agenti della polizia di Stato per acquisire elementi utili alle indagini. «Quando i vigilantes sono arrivati, il ragazzo era già precipitato», fanno sapere dal CentroSarca. La famiglia della vittima, però, non ci sta e chiede di far luce sulla vicenda. «Si parla di una bravata finita male. Si dice che Andrea voleva immortalarsi in un selfie. Tutte fandonie. Come hanno fatto ad arrivare fin lì? Perché non c’era nessuna guardia? Ma soprattutto: perché quell’accesso non era chiuso e sigillato? Poteva capitare a chiunque, anche a un adulto. Hanno visto una porta aperta e, per curiosità, Andrea si è affacciato e poi è caduto. Non è vero che sono stati scavalcati cancelli. Quel posto non era sicuro».

Andrea è morto in ospedale a Niguarda, dove era stato trasportato dopo una manovra complicata dei vigili del fuoco per estrarlo dal condotto. Gli amici sono sotto choc. «Il nostro amico è rimasto lì, forse è caduto», avrebbero detto alle guardie dell’ipermercato. Appassionato di calcio, tifoso dell’Inter, frequentava l’oratorio davanti a casa e un istituto tecnico di Cinisello Balsamo.

Sul profilo Instagram del giovane, una manciata di post: una foto sul tetto di un palazzo, in compagnia di un compagno, e un video di pochi istanti in cui si trova in motorino con una ragazza in spalla e un amico sul sellino dietro. «Lo dipingono come un amante del rischio, uno spericolato, ma non è vero – ribattono i parenti, radunati attorno a casa in cortile –. Non siamo una famiglia di balordi. Era un bravo ragazzo, stava sempre a casa. L’unico svago era andare con gli amici al centro commerciale». Solo giovedì, Andrea era passato alla sua vecchia scuola Marconi per salutare i professori. E proprio dal mondo della scuola arrivano i primi commenti e ricordi. «Era nella mia sezione alla scuola materna – racconta l’educatrice Rosa Bellotti –. Un bimbo timido e dolce». Anche dal Comune di Cusano Milanino è arrivato un messaggio di cordoglio. «Una vita spezzata in modo assurdo», scandisce il sindaco Lorenzo Gaiani.