Sesto, donna sgozzata in casa: si scava nella vita del figlio

Dall’ossessione per tabacco e marijuana ai problemi psicologici

Lucia Benedetto e la casa dove è avvenuto l'omicidio

Lucia Benedetto e la casa dove è avvenuto l'omicidio

Sesto San Giovanni (Milano), 26 aprile 2019 - La marijuana che aveva conosciuto da giovanissimo, fuori da scuola. E poi il fumo del tabacco che per lui era diventato quasi un’ossessione. La dipendenza dalle droghe, insieme all’insoddisfazione per un’esistenza che sembrava non riuscire più a regalargli una gioia o un obiettivo al quale aspirare per il futuro. A 24 ore dalla cattura di Corrado Badagliacca, il 21enne sestese accusato dell’omicidio della madre Lucia Benedetto, si sta cercando di ricostruire i suoi ultimi anni e i possibili problemi psicologici e sociali che potrebbero averlo indotto a un gesto così terribile. Se le indagini dei carabinieri di Sesto San Giovanni venissero confermate, il giovane verrebbe infatti accusato di omicidio volontario per aver letteralmente sgozzato la madre di 49 anni, utilizzando un coltellino levatorsoli da cucina. E proprio sull’arma, i militari hanno rinvenuto le impronte digitali del 21enne. Fin dai momenti immediatamente seguenti il ritrovamento della donna senza vita, scoperta dal marito nel tardo pomeriggio di martedì, i carabinieri coordinati dal pm Alessandro Pepè avevano cominciato a scavare nelle pieghe della vita del giovane, che dopo il diploma in un liceo artistico del Nord Milano aveva costantemente mostrato i segni di un malessere interiore amplificato dalle dipendenze. Non era seguito dai servizi sociali né aveva mai ottenuto una certificazione sanitaria, ma i suoi disturbi della personalità si erano fatti via via più importanti ed evidenti, tanto che il ragazzo negli ultimi mesi si era isolato in una dimensione interiore dalla quale aveva escluso i suoi stessi familiari.

Alcuni conoscenti hanno confermato la preoccupazione del padre, 54 anni, e della povera madre Lucia che a quanto pare proprio in questi giorni avevano deciso di rivolgersi al servizio psicologico sestese per cercare di intraprendere un cammino capace di portarlo fuori da quel tunnel nel quale si era cacciato. Qualcuno parla di disturbi di schizofrenia, ma fino ad ora non esiste una perizia che ne dimostri l’esistenza. Probabilmente, sarà l’inchiesta a imporne una per valutare la sua capacità di intendere e di volere. Le prime ipotesi farebbero pensare a un delitto d’impulso. Le telecamere del sistema di videosorveglianza del condominio di via Sicilia mostrano infatti che il ragazzo ha lasciato la casa pochissimi minuti dopo il rientro della madre. Il raptus di Corrado potrebbe essere esploso in seguito a un diverbio per futili motivi. Magari una richiesta di soldi. Ciò che appare evidente è che dopo essere uscito di casa, Corrado ha vagato ininterrottamente sotto la pioggia con la stessa giacca sportiva, il cappellino e i pantaloni mimetici che aveva indosso nel pomeriggio di martedì. Al momento dell’arresto è stato definito come catatonico. Ha reagito ai militari che lo hanno bloccato, ma quasi in un gesto di difesa istintivo al quale è seguito un atteggiamento silenzioso e assente. Bello, prestante e con numerose passioni per la musica e lo sport, Corrado era come precipitato in quel tunnel oscuro, al punto che un mese fa era scappato da casa per 4 giorni per sfuggire alla pressione dei genitori che intendevano aiutarlo, prima che fosse troppo tardi.