Sesto, impianti sportivi: club in subbuglio

Le nuove regole di assegnazione penalizzano le società più grandi

Le società con più iscritti hanno la necessità di sfruttare impianti diversi

Le società con più iscritti hanno la necessità di sfruttare impianti diversi

Sesto San Giovanni (Milano), 8 giugno 2019 - L'obiettivo è buono, riconoscono anche le società, ma gli effetti potrebbero essere devastanti per il mondo dello sport cittadino. L’amministrazione ha deciso di mettere mano al regolamento che assegna gli spazi ai club. Si tratta delle palestre comunali che ospitano le attività sportive locali e anche le gare o le partite dei campionati. La proposta della giunta sfavorisce, però, quelle società che hanno centinaia di iscritti e che, per necessità, occupano più di un impianto. Così, chi usufruisce già di uno spazio a uso esclusivo oppure ha una sua sede sul territorio scivola in fondo alla classifica per le assegnazioni.

«Oggi abbiamo a che fare con un regolamento vecchio di 20 anni. Le situazioni, le attività e le società sono cambiate - spiega l’avvocato Cristina Crupi, capo di gabinetto che in commissione ha sostituito il sindaco Roberto Di Stefano -. Ogni associazione in passato chiedeva spazi, che venivano confermati. L’anno successivo poi ne domandava altri e così via. Il sistema ora si è inceppato, perché le associazioni sono diventate sempre più numerose e non possiamo concedere spazi a tutti». Per accontentare tutti, però, si rischia di scontentare molti. «Il principio di questa riforma è una nuova graduatoria - annuncia Crupi -. L’intento è riconfermare tutti e garantire le attività, ma chi già gestisce strutture in esclusiva scenderà in coda all’elenco, dando possibilità ad altri di poter usufruire delle palestre».

Chi è grande, insomma, potrebbe non vedersi riassegnare in automatico le palestre comunali. «Già oggi assistiamo a situazioni paradossali di società che trovano spazi solo nelle strutture di Città Metropolitana - replica l’avvocato -. L’obiettivo è di non creare monopoli». Ma se un monopolio oggi esiste - con associazioni che fanno l’asso piglia tutto - si basa sul numero di iscritti, sulla capacità di promozione e sull’appeal di alcune discipline. Domani potrebbe esserci comunque un monopolio, ma basato sulla capacità finanziaria di poche società.

Perché il regolamento prevede la concessione dell’uso esclusivo di una palestra se chi ne fa richiesta propone una riqualificazione a sue spese. «Siamo consapevoli che le tariffe del Comune sono basse, ma anche la manutenzione è stata sempre carente. Vogliamo progredire, ma insieme e con impegni da parte della giunta. Altrimenti solo i ricchi potranno investire - sottolinea Cesare Tremolada della Libertas -. Chiediamo anche di darci tempo, spostando l’efficacia del nuovo regolamento tra un anno». Entrerà invece in vigore da subito: entro fine settembre le associazioni dovranno comunicare al Comune se confermano le richieste di spazi, nonostante spesso le iscrizioni siano ancora in corso. Tra i nodi ci sarà anche la riduzione delle palestre, con gli interventi di riqualificazione nelle scuole.