Sesto, l'eredità di Penati: la storia d'Italia nel vissuto di una famiglia

Il figlio, Simone, presenta 'L'uomo che faceva le scarpe alle mosche', libro postumo di Filippo: "Ho scoperto episodi di famiglia che non conoscevo"

Simone Penati con una copia di "L'uomo che faceva le scarpe alle mosche"

Simone Penati con una copia di "L'uomo che faceva le scarpe alle mosche"

Sesto San Giovanni (Milano), 15 gennaio 2020 -  La storia dell’Italia del Novecento, della Milano del Dopoguerra e delle fabbriche sestesi. Ma soprattutto la storia della sua famiglia, dall’incontro, alle lotte operaie, alle passioni mai perdute. “L’uomo che faceva le scarpe alle mosche” (La Nave di Teseo, 2019) è il romanzo di Filippo Penati uscito postumo, che sarà presentato per la prima volta allo Spazio Contemporaneo di Villa Visconti d’Aragona il 21 gennaio alle 18. "Il funerale di mio padre si è tenuto in forma privata, intima, rispettando le sue volontà. Questo potrà essere un momento di saluto e di ricordo".  Avvocato di professione, il figlio Simone sta seguendo l’organizzazione dell’evento insieme alla casa editrice, che a novembre ha corso contro il tempo per pubblicare un romanzo che racchiude un secolo breve famigliare, popolare, che diventa anche storia collettiva.

"Papà ci ha lasciato una bozza già completa. Mia nonna Elena non ne sapeva nulla e, quando l’ha letta, è stato un momento toccante. Io stesso ho scoperto episodi di famiglia che non conoscevo nonostante mio nonno Giuseppe fosse un martello: raccontava a nastro la deportazione in modo lucido e dettagliato. Ecco, i momenti più arditi li aveva omessi!". Elena e Pep. Lei, siciliana, che a fine guerra raggiunge il padre, emigrato a Milano. Lui, milanese e antifascista, operaio figlio di operai, che si è dato alla macchia per non arruolarsi con i repubblichini e ora partecipa alle lotte alla Garelli.

"Si vedono due Italie molto diverse, spaccate politicamente, socialmente ed economicamente da una linea di demarcazione. Papà ha impiegato due anni e mezzo per scriverlo, tra ricerche storiche all’archivio del Comune di Ispica e   interviste simulate alla nonna. È un libro che ha sempre avuto in testa, ma si diceva ‘A chi potrebbe interessare la storia di una famiglia?’. Il ricordo a cui sono più legato è il pellegrinaggio a Mauthausen che ha riunito tre generazioni di Penati: nonno, papà e io, piccolo". Nel romanzo piccole storie, come quelle della corte del Cairo, attraverso la Storia d’Italia e di Sesto, con uno sguardo al futuro. "La foto in copertina ritrae un’alba e una finestra aperta sul domani".