Stefania Totaro
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Sesto: droga, truffa e soffiate. L’ex carabiniere patteggia

Cinque anni al militare infedele in servizio alla compagnia di Sesto. Prima dell’arresto un lungo curriculum criminale mascherato dalla divisa

La pm monzese Franca Macchia

La pm monzese Franca Macchia

Cinisello Balsamo (Milano), 13 giugno 2020 - Patteggia la pena di 5 anni l’ex carabiniere che ha collezionato una lunga serie di accuse che vanno dallo spaccio di sostanze stupefacenti alla truffa, dal favoreggiamento dell’immigrazione al falso ideologico, fino al peculato commesso da pubblico ufficiale. L’allora appuntato dell’Arma, G.R.., 43 anni, residente a Cinisello Balsamo e in servizio alla Compagnia di Sesto San Giovanni, era stato arrestato nel 2017 e poi ha ottenuto i domiciliari.

Con lui erano imputati a vario titolo, nell’udienza preliminare davanti alla gup di Monza Cristina Di Censo, altre 16 persone, perloppiù extracomunitari. Come la convivente dell’appuntato, una tunisina di 36 anni, a cui aveva comprato un bar a Cinisello. Secondo l’accusa, rappresentata dalla pm monzese Franca Macchia, grazie ai proventi dello spaccio di sostanze stupefacenti, di cui era anche assuntore abituale. Lei ha patteggiato la pena di 4 anni e mezzo, sei mesi in meno dell’ex appuntato, che ha concordato con la Procura una pena in continuazione con una precedente condanna. Un’altra mezza dozzina di imputati ha patteggiato pene sotto i 2 anni di reclusione, ottenendo in alcuni casi la sospensione condizionale perchè incensurati.

L’inchiesta era partita quando una fonte confidenziale aveva segnalato ai carabinieri che dal cassetto di un ufficio dell’Arma a Sesto era stata sottratta una carta d’identità: l’aveva smarrita un privato cittadino e doveva essere restituita al legittimo proprietario. Invece a sottrarre quel documento, secondo gli inquirenti, era stato proprio l’appuntato infedele per una presunta truffa: attraverso una società finanziaria era stata comprata una vettura, ne era stato finto il furto per incassare il premio dell’assicurazione e invece la macchina era stata poi rivenduta all’estero.

Gli inquirenti avevano poi scoperto che il militare era anche un informatore e complice di spacciatori tunisini, che avvertiva - dietro pagamento, anche di prestazioni sessuali - sui movimenti dei colleghi attingendo anche alla banca dati delle forze dell’ordine. C’era poi l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: a Lampedusa erano sbarcati due tunisini, dicendo di essere parenti della compagna del carabiniere. E l’appuntato, in cambio della promessa di 600 euro, si sarebbe attivato redigendo false denunce di smarrimento dei documenti a nome di due inesistenti cittadini romeni per aiutarli a raggiungere la Francia. Obiettivo sventato dai carabinieri, che avevano intercettato l’operazione illecita.

Il 14 ottobre 2017 l’appuntato era stato arrestato in tangenziale ad Assago mentre trasportava 530 grammi di eroina. Vicenda per cui aveva già avuto una condanna, a cui ora si aggiungono i 5 anni del patteggiamento.