Esplosione palazzina a Sesto: le segnalazioni del pensionato

Una e-mail all'amministratore dello stabile sulle condizioni del sottotetto prima dello scoppio

Il palazzo sventrato di via Villoresi

Il palazzo sventrato di via Villoresi

Sesto San Giovanni (Milano), 27 gennaio 2018 - Cinque giorni prima dello scoppio della palazzina di via Villoresi, erano state segnalate situazioni di degrado e inadeguatezza. Elementi che, forse, avrebbero potuto mettere a rischio la sicurezza dell’edificio. La segnalazione risale al 9 gennaio scorso, quando l’anziano di 73 anni, che abitava nell’alloggio in cui presumibilmente si è registrato lo scoppio causato da una perdita di gas, si era rivolto all’avvocato sestese Mariangela Orioli per illustrare la precaria situazione nel sottotetto occupato da vari mobili, che perdurava da molto tempo. Aveva consegnato anche alcune fotografie. Si parla di lavori di muratura urgenti per sistemare la porzione di sottotetto sopra la sua casa. Del disagio nel vivere con sopra la testa un sottotetto occupato da numerosi beni in stato di semi abbandono. L’avvocato Orioli, che ha ricevuto l’uomo senza appuntamento ed ha raccolto il suo disagio e le sue paure, ha voluto mantenere il riserbo sul contenuto delle denunce ma ha comunque confermato il colloquio avuto con il suo cliente.

«Credo sia giusto che si sappia che questa persona, oggi in ospedale per le ferite riportate nell’esplosione, aveva segnalato da tempo il suo disagio – ha spiegato l’avvocato Mariangela Orioli -. Nulla possiamo dedurre delle eventuali cause dell’incidente poiché saranno verificate dall’autorità giudiziaria incaricata. Si tratta di un semplice atto informativo. Quelle informazioni sono state raccolte e inviate via Pec all’amministrazione condominiale e al suo legale, con la richiesta di intervenire rapidamente. Considerato che nei giorni scorsi si sono avanzate ipotesi anche fantasiose sulle cause di questo incidente, ho creduto doveroso dare anche questa informazione».

La posta certificata inviata all’amministratore è partita alle ore 16 e 51 minuti del 10 gennaio, poco meno di quattro giorni prima dell’esplosione che all’alba di domenica 14 ha devastato la palazzina e sconvolto un’intera città. Lo stesso materiale è stato consegnato da tempo all’autorità giudiziaria unicamente come elemento di informazione utile ad arricchire il quadro delle indagini. Tuttavia non vi sono riscontri che possano attribuire a questi elementi la causa della tragedia. L’anziano, di 73 anni, viveva da solo nell’appartamento al quinto e ultimo piano dell’edificio, dopo che tre anni fa era morta la moglie. Un uomo che i vicini di casa definiscono mite e taciturno. Nell’esplosione ha subito ustioni di secondo grado alle braccia e per questo si trova ancora ricoverato nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Niguarda. Sul caso è aperta una inchiesta della procura di Monza e coordinata dal pubblico ministero Salvatore Bellomo. Il fascicolo è aperto contro ignoti per crollo colposo, e la palazzina rimane tuttora sotto sigilli, con otto famiglie fuori casa. Il dissequestro è previsto nei prossimi giorni. Soltanto allora i tecnici potranno entrarvi per eseguire le prove di stabilità e avviare i lavori di riqualificazione.