Omicidio a Cusano Milanino, lotta tra i rivali in amore prima del fendente

L'ipotesi di una dura colluttazione tra la vittima e il suo rivale fino alla coltellata fatale. L'arma ripulita nella lavastoviglie

I carabinieri davanti alla villa della tragedia

I carabinieri davanti alla villa della tragedia

Cusano Milanino (Milano), 27 maggio 2019 - Prima notte in carcere per Paolo Minolfi, il tassista padernese di 37 anni accusato di omicidio per aver accoltellato a morte Beppe Alessio, il 42enne di Cusano suo rivale in amore, dopo che aveva cominciato una relazione con una cusanese di 42 anni, Sara Barbieri. La tragedia si è consumata sabato mattina nel giardino di una lussuosa villa del quartiere di Milanino. La procura di Monza, che coordina le indagini dei carabinieri di Sesto San Giovanni sul caso, lo accusa di omicidio volontario per aver inferto una coltellata all’addome di Alessio, che si è rivelata fatale. Tuttavia il caso appare per ora tutt’altro che chiaro.

Il tassista padernese si è rifiutato di rispondere agli inquirenti, una strategia che è stata consigliata dal suo legale Massimiliano Lanci, il quale potrebbe provare a far prevalere i nuovi principi della legittima difesa introdotti dal recente decreto Salvini.

La lite tra i due è esplosa nel giardino della villa di viale Buffoli 3, di proprietà della donna che in passato aveva avuto una lunga relazione con Beppe Alessio, poi finita tra liti e scenate di gelosia che sono state registrate anche attraverso numerose segnalazioni della donna stessa ai carabinieri. La vittima non riusciva a darsi pace della fine del loro amore, ma soprattutto non aveva accettato che lei avesse cominciato una nuova relazione, così sabato mattina, dopo che aveva più volte inviato messaggi alla ex, si è introdotto nella villa scavalcando la recinzione. Lì, ha trovato ad accoglierlo Paolo Minolfi, che si trovava sul patio della proprietà, già armato del coltello da cucina. Forse intendeva solamente minacciare il rivale per convincerlo a lasciar perdere e ad andare via. Ma i due si sono scontrati e hanno iniziato una dura colluttazione finita con il ferimento letale di Alessio. Non è chiaro come e quando sia stata sferrata quella coltellata.

Una delle ipotesi circolata nei primi momenti è che i due abbiano lottato e che siano caduti rotolando per le scale che conducono al giardino, causando il ferimento in modo accidentale. Si era anche parlato di una lotta durissima, nella quale il coltello sarebbe passato di mano più volte, prima che Paolo lo infilzasse. Nulla però è certo, perché la donna contesa si trovava chiusa in casa al momento della lite, e non esistono testimoni in grado di parlare, se non il tassista che però ha deciso di rimanere in silenzio. Saranno dunque basilari le analisi delle dinamiche condotte dai carabinieri. Mentre per quelle di laboratorio, la situazione appare complessa. Secondo indiscrezioni, la coppia avrebbe inserito il coltello in lavastoviglie prima dell’arrivo dei carabinieri. Se ciò fosse vero, ogni prova sul passaggio di mano dell’arma, sarebbe sparita per sempre.

Intanto, si teme per l’incolumità della donna al centro del contendere. I familiari di Beppe Alessio, già sabato mattina hanno più volte fato capolino dinanzi alla villa inveendo con violenza contro di lei, i cui comportamenti sono stati ritenuti da loro la causa della tragedia.