Coronavirus, nel Nord Milano impennata di morti. Fin da febbraio

Impietoso il confronto con con i dati dell’anno scorso. Molte polmoniti letali già due mesi fa

Coronavirus

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Sesto San Giovanni (Milano),  3 aprile 2020 -  "Mentre qualcuno parlava di passeggiate, io ho dovuto contare altri quattro cittadini morti, ben sapendo che non saranno gli ultimi". Le parole amare del sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano sono un colpo al cuore, perché sebbene nella sua città non sia stato identificato un focolaio, nel mese di marzo il numero di morti si è impennato di oltre il 63 per cento rispetto alla media stagionale raggiungendo l’incredibile quota di 106 decessi, contro un totale di 65 nel mese di marzo del 2019. Il bollettino ufficiale dei decessi con coronavirus al 31 di marzo è di 32 vittime.

Se il conteggio dei contagiati sembra essere diventato sempre di più una lotteria con poche certezze e tanti dubbi (cambia di giorno in giorno anche in seguito al numero di tamponi eseguiti), quello dei morti registrati alle anagrafi comunali è l’unica certezza: una tragica verità. In provincia di Milano si parla di 866 uomini e 353 donne scomparsi dall’inizio dell’epidemia. Sesto San Giovanni aveva registrato 70 decessi nel mese di gennaio e 89 nel mese di febbraio in un periodo nel quale solitamente si scatenano i virus stagionali che colpiscono i più anziani. Complice l’annata mite, avrebbe potuto chiudere l’inverno con un numero di decessi piuttosto basso. Invece, la statistica mostra questa impennata mostruosa. "Numeri che fanno male, anche perché non sono definitivi – racconta Di Stefano – Ciò che non mi stanco di ripetere è che l’emergenza non è finita e che i morti continueranno. Ciò che colpisce è il fatto che anche nel mese di febbraio, prima che cominciassimo a parlare di coronavirus, si sono registrati parecchi morti per polmonite. Nei documenti si parla anche di virus non identificato. Quindi mi viene da pensare che il virus era già tra noi e che si è cominciato a parlarne solamente nel momento sono stati fatti i primi tamponi".

A Cinisello Balsamo, altro fronte caldo, si contano 93 vittime, contro le 73 del marzo del 2019. Cinisello, ad oggi ha registrato 25 vittime ufficiali con Coronavirus. Ma è Bresso il vero focolaio del Nord Milano con 65 deceduti nel mese di marzo 2020, contro i 31 dell’anno precedente. Un incremento che va ben oltre il 109 per cento e che traccia i confini solamente parziali, di un’emergenza che ha colto di sorpresa l’intera città. Basti pensare che al 21 marzo, dopo 3 settimane di emergenza, i morti erano stati già 48, segno di una virulenza incredibile che in prima battuta ha colpito in modo fatale molti degli anziani che frequentavano il circolo Libertas. Ma non sono soltanto gli anziani a morire con il coronavirus. A Bresso, già una settimana fa, l’amministrazione comunale aveva lanciato l’allarme sul progressivo abbassamento dell’età media dei contagiati. Esaurita l’incubazione tra gli anziani del circolo di via Cavour, il virus ha colpito anche molti giovani, facendo scendere l’età media sotto l 60 anni. A Cinisello il morto più giovane ha soltanto 34 anni. Il barista Federico Castellin era conosciuto e ben voluto.

Se ne vanno placidi pensionati, ma anche sacerdoti come il parroco sestese don Agostino Sosio, oppure anche persone impegnate in città come il padernese Flavio Mariani, 56 anni, fondatore di Legambiente. Il coronavirus si è portato via anche l’imprenditore sestese Romano Zanini, fondatore di Motorquality e Sandro Bozzano, fondatore del ristorante La Pentola d’Oro. A Cologno, nelle prime tre settimane di marzo, il numero di decessi è stato di 42 persone, contro le 25 dello stesso periodo del 2019. I contagiati sono 280.