Coronavirus, a Bresso il sindaco richiama i dipendenti in ufficio: è scontro

Simone Cairo ha “ordinato” ad alcuni impiegati di tornare in ufficio e loro hanno presentato un esposto al prefetto

Simone Cairo

Simone Cairo

Bresso (Milano), 8 aprile 2020 - Il sindaco “ordina” a una parte dei dipendenti comunali di tornare al lavoro. Loro rispondono con un esposto al Prefetto. In piena emergenza coronavirus, Bresso si trova a dover dirimere anche un delicato braccio di ferro tra il sindaco Simone Cairo e i 140 dipendenti del Comune. Lo scontro è cominciato il 2 aprile scorso, quando è stato diffuso il decreto firmato dal primo cittadino dal titolo "Individuazione attività indifferibili da rendere in presenza e lavoro agile", nel quale si chiede il rientro in ufficio di 23 dipendenti comunali, confermando la presenza di tutti i 15 agenti della polizia locale che sono già in servizio in prima linea da inizio emergenza.

Un provvedimento che il sindaco motiva con la necessità di assicurare i servizi pubblici essenziali, soprattutto in un momento nel quale la città è in grave emergenza a causa del focolaio di coronavirus. Un atto che ha fatto indignare diversi dipendenti, già al lavoro negli uffici da inizio emergenza, e che ha colpito soprattutto chi stava lavorando da casa con il cosiddetto "lavoro agile", ossia l’attività in remoto.

«Il sindaco interviene in modo del tutto illegittimo su aspetti organizzativi della macchina comunale che, come è risaputo, non spettano all’organo politico - spiega Nicola Cavaliera, sindacalista Cgil della Camera del lavoro di Milano -. L’organizzazione del lavoro spetta ai dirigenti comunali che hanno già provveduto a redigere tutti gli atti necessari. Ogni dirigente sa bene cosa deve fare e come farlo. In questo modo, invece, si è voluto escluderli scavalcandoli".

Oltre alle scelte più meramente giuridiche, i sindacati contestano anche l’azione dell’amministrazione comunale sotto il profilo della sicurezza. "l’Amministrazione ha tardato a consegnare i presidi o dispositivi di sicurezza ai dipendenti - affermano i rappresentati del sindacato Csa - nonostante l’obbligo messo in capo alle amministrazioni dai decreti governativi. Il sindaco continua a distribuire mascherine in tutta la città, ma di queste mascherine nulla è arrivato ai dipendenti. Soltanto dopo aver avuto notizia, il 26 marzo, del ricovero per coronavirus di un dipendente, sono state date ai dipendenti presenti in sede delle mascherine che risulterebbero non omologate". I dirigenti non hanno ancora dato corso al decreto del sindaco, ma i sindacati auspicano che si attenda una risposta della prefettura che chiarisca una volta per tutte il contenzioso.