Sesto, Comune off-limits per chi indossa burqa e veli

Il provvedimento dell'amministrazione. La polemica del Pd: "Una scelta presa per inasprire il clima di tensione con la comunità islamica"

I cartelli saranno appesi in municipio

I cartelli saranno appesi in municipio

Sesto San Giovanni (Milano), 6 luglio 2018 - Divieto di ingresso a volto coperto negli edifici comunali, anche con burqa e veli. Da ieri il cartello è stato esposto in municipio. Già la Regione, a fine 2015, aveva approvato il provvedimento che dava attuazione alla normativa nazionale per la pubblica sicurezza. L’iniziativa era stata annunciata dall’allora governatore Roberto Maroni all’indomani degli attentati di Parigi. Così, il palazzetto di piazza della Resistenza diventa sempre più blindato. Un anno fa c’era stata la decisione di consentire l’accesso al consiglio comunale solo attraverso l’esibizione - e il deposito temporaneo - di un documento d’identità con tanto di tornelli e ispezione da parte della polizia locale. Poi c’era stata la chiusura di tutto il primo piano dell’edificio, dove si trovano l’ufficio del sindaco, lo staff e gli uffici amministrativi.

Ora il divieto di veli, nijab incluso. "D’ora in poi, negli edifici pubblici, è vietato l’ingresso col volto coperto. La norma è contenuta nel nuovo regolamento di polizia urbana e segue la legge regionale - annuncia il sindaco Roberto Di Stefano -. Sarà vietato, negli uffici comunali, l’accesso a chi porta il casco, il passamontagna, ma anche burqa e nijab". La vetrofania sarà apposta anche all’Anagrafe. Tuttavia, già la legge Reale, varata nel 1975 in pieno terrorismo, vieta di girare senza poter essere riconoscibili. "Dopo il regolamento regionale di tre anni fa, prodotto dalla Lombardia a trazione leghista, che a sua volta ribadiva una legge nazionale, arriva quindi anche una ‘legge sestese’ - commenta la capogruppo Pd, Roberta Perego -. Tra l’altro, non ricordo ci siano stati precedenti tali da motivarne la necessità".

Un pretesto per soffiare sul fuoco delle tensioni con la comunità islamica. "Questo provvedimento sembra più dettato dalla volontà di inasprire il clima che non dall’assolutamente legittima preoccupazione di garantire sicurezza ai cittadini. Oltretutto, il nijab non copre il volto, quindi non è nemmeno una misura di sicurezza".